L'inchiesta sull'urbanistica
“Palazzopoli” di Milano, anche il sindaco Beppe Sala tra gli indagati: “Appreso dai giornali, è inaccettabile”
C’è anche il sindaco di Milano Beppe Sala tra gli indagati della maxi indagine sulla “Palazzopoli” milanese, l’inchiesta della Procura sull’urbanistica nel capoluogo lombardo.
La notizia è stata riportata giovedì mattina da Corriere della Sera e Repubblica. Per il sindaco, a capo di una giunta di centrosinistra, non è stata richiesta alcuna misura cautelare: la Procura ha chiesto invece al gip gli arresti domiciliari per sei indagati tra cui l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, e l’immobiliarista Manfredi Catella, il “re del mattone” che con la sua società Coima ha di fatto ridisegnato lo skyline di Milano negli ultimi 10 anni.
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Quella di mercoledì è di fatto l’inchiesta gemella di quella che a marzo ha portato all’arresto di Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello Unico Edilizia comunale, che secondo l’accusa avrebbe tra le altre cose “dettato” ai parlamentari la legge “Salva Milano”, un condono mascherato per salvare appunto i progetti immobiliari nati come funghi nel capoluogo lombardo.
Le ipotesi di reato ventilate in questa fase sul sindaco Sala, scrive il Corriere, sono due: una è “false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone”, per aver attestato l’assenza di conflitti di interesse di Marinoni con costruttori o progettisti di lavori esaminati dalla Commissione Paesaggio; l’altra è per “concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità” intorno al progetto di Catella e dell’archistar Stefano Boeri (anche lui indagato) sul grattacielo Pirellino.
Già mercoledì il Comune aveva respinto il quadro accusatorio, con la Procura che parlava con toni gravi di una “speculazione edilizia selvaggia” con il “patrocinio” del Comune, un vero e proprio sistema “asservito a società finanziarie” che aveva trasformato la città. “L’amministrazione non si riconosce nella lettura che viene riportata”, aveva replicato il primo cittadino, allontanando Palazzo Marino dalle responsabilità che secondo la Procura avrebbe avuto nel sistema corruttivo.
A distanza di poche ore la bomba mediatica sganciata da Corriere e Repubblica sullo stesso Sala, indagato nell’inchiesta. “Trovo allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura. Si tratta di un metodo inaccettabile”, sono state le parole del sindaco, che ha respinto in toto le accuse nei suoi confronti.