Basilicata

Madonna della Bruna: la festa patronale di Matera con l’assalto al carro, lo “strazzo” nella città dei Sassi

La tradizione si ripete il 2 luglio. Le processioni che evocano la transumanza e la distruzione che riverbera il ciclo di morte e resurrezione. Il carro in cartapesta ricostruito da zero ogni anno

Cultura - di Redazione Web

2 Luglio 2025 alle 16:25

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FOTO DA PIXABAY
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Per i materani è il giorno più atteso e il giorno più lungo: una specie di Natale, di Capodanno estivo per gli abitanti della città Capitale Europea della Cultura nel 2019. Quello della Maria Santissima Madonna della Bruna, la patrona del capoluogo di provincia lucano, che si festeggia ogni anno il 2 luglio, un antico culto dalle origini radicate nella cultura agro-pastorale. Con la sua tradizionale processione dei Pastori, il tradizionale assalto al carro trionfale che è ormai il momento emblematico della festa, il culmine iconico di un culto che ormai da anni attira turisti anche dal resto d’Italia e dall’estero.

Il corteo dei pastori anche quest’anno è partito da piazza San Francesco, dove all’alba si tiene la prima messa della giornata sul sagrato e con le bombe lanciate sulla Murgia Timone si sveglia la città. È il momento detto della “Diana”. La processione raggiunge via Ridola e vico Case Nuove, si ferma per una prima sosta di preghiera, prosegue fino alle batterie di fuochi pirotecnici. Il quadro della Madonnac continua lungo via Lucana fino al Santuario di San Francesco da Paola dove alle 9:00 è celebrata la messa. È il primo rito della giornata infinita: comincia alle 4:30 del mattino. Secondo quanto si legge sul sito della Festa della Bruna, questa parte del rito sarebbe stata introdotta dalla Confraternita dei Pastori costituita il 5 aprile 1698.

 

 

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“Osservando la fiumana di gente che accompagna il quadro dei pastori – si legge sul sito – specialmente quando percorre le vie e le scale dei Sassi, si ha l’esatta percezione del presumibile richiamo del rito: la transumanza, cioè la consuetudine del trasferimento stagionale del bestiame dalle zone pianeggianti a quelle montuose, e viceversa, sotto la guida di re pastori e percorrendo itinerari sperimentati per secoli, i tratturi”. Non è l’unica processione in Basilicata, e in generale nel Sud Italia, che celebra la transumanza.

Di mattina, nella chiesa della Madonna del Carmine si tiene intanto la vestizione del Generale dei Cavalieri che guida la cavalcata nelle vie centrali della città. Il carro trionfale è stato realizzato per il secondo anno consecutivo dall’artista Francesca Cascione, ispirato quest’anno al tema del Giubileo 2025: “Mio Signore e mio Dio, Tu Mia Speranza”. La seconda processione si tiene a metà giornata, il percorso va dalla cattedrale alla chiesa parrocchiale del rione Piccianello. Su una carrozza è collocata l’immagine della Bruna, su un’altra l’arcivescovo reca su un piccolo trono quella di Gesù Bambino. Le due immagini vengono depositate separate nella chiesa al rione Piccianello, prima di arrivare alla fabbrica nel pomeriggio dove si trova il carro trionfale.

 

 

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La fabbrica è il luogo dov’è stato costruito il carro di cartapesta. Le immagini vengono poste nel punto più alto della costruzione. Il carro viene trascinato a braccia fino a Piazza Marconi, è trainato successivamente da quattro coppie di muli, scortato dai Cavalieri e dagli Angeli del carro lungo le strade del centro per raggiungere piazza Duomo dove compie i tradizionali tre giri prima dello “strazzo”: tre giri per simboleggiare un rito protettivo per la città. Questa fase inizia al tramonto. La processione procede lentamente fino in Piazza Duomo.

L’immagine sacra viene tolta dal carro, sono attimi di grande tensione e di attesa. È il momento clou, il culmine del culto: quello dell’assalto in piazza Vittorio Veneto, della folla che salta e si arrampica sul manufatto in cartapesta. L’opera costruita in cinque mesi viene distrutta in meno di cinque minuti. Fedeli e non si accaniscono sul carro nella speranza di accaparrarsi le parti scultoree più belle. È un rito di fine e di rinascita, di morte e resurrezione, con la speranza che il prossimo carro sia sempre più bello del precedente. La fine dello spettacolo è suggellato dai fuochi pirotecnici che illuminato la Murgia materana e il rione Sassi. Il carro è puntualmente ricostruito da zero l’anno successivo.

2 Luglio 2025

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