La storia di Hassan
Cpr di Macomer, sedati a picchiati i detenuti che chiedono assistenza medica
Sedati pesantemente e picchiati i detenuti che chiedono assistenza medica. La storia di Hassan
Cronaca - di Angela Nocioni

Non vogliono testimoni. Non vogliono nemmeno medici per casi gravi al Cpr di Macomer, le celle illegali per migranti in provincia di Nuoro, Sardegna. E’ stata necessaria l’altra notte una discussione con la dirigente dell’ente gestore del Cpr – la cooperativa Officine sociali che gestisce anche il centro di San Gervasio – perché i barellieri dell’ambulanza potessero soccorrere Hassan, marocchino con una gamba ingessata, che due pile del telecomando e una lametta ha dovuto ingerire per veder arrivare un’ambulanza chiesta invano per giorni.
Lui racconta di essere stato picchiato e poi sedato pesantemente (le sedazioni di questo genere sono illegali) perché chiedeva di poter essere visto da un medico a causa di un forte dolore alla gamba che non passa con nulla. Per protesta, all’ennesimo diniego e lasciato in cella di isolamento, ha iniziato lo sciopero della fame e della sete. Visita medica ancora negata. Solo dopo aver ingoiato la lametta è stata chiamata l’ambulanza. Ha passato la notte in ospedale, ed è subito stato riportato in detenzione (illegale) nel Cpr. Gli attivisti di “Lasciateci entrare” che tentano di far conoscere cosa accade nei Cpr in tutta Italia, hanno denunciato che sia Hassan sia un algerino di nome Hamza sarebbero stati messi in isolamento e pesantemente sedati dopo aver tentato una protesta il 27 giugno.
Hassan si è svegliato il 29 giugno, Hamza ieri era ancora in isolamento. Raccontano gli attivisti che 24 e il 25 giugno scorso “dopo una protesta verbale dei detenuti che reclamavano assistenza medica, c’è stata un’irruzione delle forze dell’ordine che ha causato il ferimento di almeno due persone che sono state portate in ospedale”. Hassan, che chiedeva invano assistenza medica, dopo una discussione con un operatore del Cpr, più di una settimana fa era riuscito a farsi vedere in ospedale. E sono stati i medici dell’ospedale a chiedere per lui una visita specialistica per le condizioni della gamba. Visita che l’ente gestore del Cpr gli ha impedito. Il 27 giugno i detenuti protestano ancora per avere assistenza medica e danno fuoco a un materasso. Le forze dell’ordine arrivano e le botte più pesanti toccano proprio ai due che chiedono assistenza.
Racconta Yasmine Accardo, attivista di Memoria mediterranea: “Da come ci hanno raccontato, i due vengono portati in isolamento e Hamza viene picchiato da diversi poliziotti. Sempre in isolamento vengono sottoposti a due punture di sedativi da parte del personale medico sanitario del centro. Da quel momento sono stati per giorni in stato letargico”. “Questa è l’ennesima dimostrazione – aggiunge – che pensare di poter riformare i Cpr è insensato. Vanno chiusi e basta. Sono patogeni e creano violenza costante fisica e psicologica verso i detenuti. L’abuso di sedazioni pesanti per inebetire completamente i detenuti è la regola”.
Hamza ieri era ancora in stato letargico. L’iniezione di sedativi è di quattro giorni fa.