Calcio
Torricelli, la tragedia della moglie: “Dopo la sua morte ho smesso col calcio, Baggio mi chiamava Geppetto”
Falegname, dai dilettanti alla Juventus. "La vita ti può dare tutto e far mancare tutto. Cerchi di essere la persona migliore possibile, poi però ci sono le malattie e non ci puoi fare niente"
Sport - di Redazione Web

Moreno Torricelli non è di quegli ex calciatori onnipresenti, in tv o sui social, tra commento e rappresentanza. Si è trasferito in Valle d’Aosta, ha ripreso a fare il falegname, il lavoro che faceva prima di diventare calciatore professionista: quando dai dilettanti passo alla Serie, dopo una serie di provini alla Juventus, in quattro anni ha vinto tutto con la maglia bianconera. Roberto Baggio lo chiamava Geppetto.
“Ho iniziato a 13 anni. Non mi piaceva andare a scuola, a differenza di mio fratello Claudio sempre chino sui libri. Volevo guadagnare dei soldini per essere indipendente e nel mio paese il 90% delle aziende erano mobilifici, trovare lavoro non fu difficile”. Fino a quando un osservatore lo segnalò alle giovanili della Juventus, giocava nei dilettanti. Ad accoglierlo a Torino l’allenatore Giovanni Trapattoni, che gli fece firmare il contratto sul cofano di un’auto.
La sua esistenza è stata segnata per sempre dalla morte della moglie, a 40 anni, di leucemia. L’aveva conosciuta quando aveva 15 anni. “Dopo tre settimane di test e analisi i medici mi parlano chiaro: ‘C’è solo il 2% di possibilità di guarigione per ogni anno dal trapianto di midollo’. Non dissi niente, né a lei, né alla sua famiglia e neanche ai nostri tre figli. Non volevo che perdessero la speranza”. Non aveva mai detto niente ai figli, prima di questa intervista.
“La vita ti può dare tutto e far mancare tutto. Te la scegli tu, cerchi di essere la persona migliore possibile ovunque, a casa e a lavoro. Poi però ci sono le malattie e non ci puoi fare niente. Con Barbara ho vissuto 20 anni bellissimi, abbiamo avuto tre figli stupendi, due dei quali mi hanno reso nonno. Poteva durare di più? Certamente. Ma il viaggio è stato bello”. La morte della moglie lo ha allontanato dal pallone, era diventato allenatore. Gli manca il calcio giocato però è nauseato da quello in televisione. “Tutti i giorni una partita”.