La sentenza sullo ius soli

Usa, la Corte Suprema limita i poteri dei tribunali ‘inferiori’: “Non possono bloccare gli ordini di Trump”

Esteri - di Redazione

27 Giugno 2025 alle 17:54

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Suzanne Plunkett/Pool Photo via AP
Suzanne Plunkett/Pool Photo via AP

Una sentenza dalle implicazioni potenzialmente enormi. È quella pronunciata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti chiamata a pronunciarsi sull’ordine esecutivo firmato subito dopo l’insediamento dello scorso gennaio con cui il presidente Donald Trump aveva eliminato lo ius soli, principio che prevede che tutte le persone nate negli Stati Uniti hanno diritto a ottenerne la cittadinanza, anche i figli di immigrati irregolari.

L’ordine sarebbe dovuto entrare in vigore lo scorso 19 febbraio ma diversi tribunali federali lo avevano sospeso giudicandolo “palesemente incostituzionale” e dunque non era mai entrato in vigore, spingendo la Casa Bianca a presentare ricorso alla Corte Suprema, composta da sei giudici conservatori (di cui tre nominati da Trump) e tre di area liberal.

A inizio febbraio un giudice aveva sospeso l’ordine esecutivo di Trump sostenendo  che fosse incompatibile con il 14esimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che prevede e protegge proprio lo “ius soli”. L’amministrazione Trump si era dunque rivolta alla Corte Suprema con la sua procedura d’urgenza per limitare le ingiunzioni a livello nazionale emesse dai giudici federali di Greenbelt, nel Maryland, Seattle e Boston.

Per i giudici della Corte Suprema, nella sentenza contenuta in 119 pagine, le sospensioni decise dai tribunali di grado inferiore non sono valide perché vanno oltre i poteri dei giudici federali: la Corte si è spaccata col voto a favore della decisione espresso solamente dai sei giudici conservatori.

Nella sentenza la Corte non ha valutato l’ordine esecutivo di Trump nel merito, stabilendo solamente che i tentativi di sospenderlo sono incostituzionali. Paradossalmente l’argomentazione della Corte Suprema potrebbe creare implicazioni ancora più importanti: in base a questa sentenza in futuro i singoli giudici federali potrebbero non avere più il potere di bloccare misure di impatto nazionale tramite le cosiddette nationwide injuctions, “ingiunzioni nazionali”.

La decisione della Corte Suprema è stata accolta ovviamente come una vittoria da Trump. “Vittoria enorme alla Corte Suprema! Persino la bufala del diritto di cittadinanza per nascita è stata, indirettamente, colpita”, ha scritto il presidente sui social.

“Lo stato di diritto non è scontato in questo Paese, né in altri. È un precetto della nostra democrazia che durerà solo se coloro che, in ogni ambito, saranno abbastanza coraggiosi, lotteranno per la sua sopravvivenza. Oggi la Corte abdica al suo ruolo vitale in questo sforzo”, è stato invece il commento della giudice Sonia Sotomayor, che ha espresso così il suo dissenso dalla maggioranza dei colleghi della Corte Suprema

di: Redazione - 27 Giugno 2025

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