Il fenomeno
Eddie Merckx, gli 80 anni del “Cannibale”: il ciclista più forte di tutti i tempi
Aveva cominciato a utilizzare la bicicletta da bambino, per consegnare a domicilio i prodotti dell'alimentari del padre. È considerato ancora oggi il migliore tra pista, strada e ciclo-cross
News - di Redazione Web

Ancora va in bicicletta Eddie Merckx, a 80 anni che compie proprio oggi. Piano piano, però, ovviamente, soprattutto dopo un paio di cadute e un’anca rotta di recente. E ci mancherebbe, visti gli anni e gli acciacchi. È stato il più forte di sempre tra pista, strada e ciclo-cross, considerato il migliore grossomodo all’unanimità senza grande dibattito. Lo chiamavano il “Cannibale”, uno che non lasciava neanche le briciole agli avversari. È diventato un’icona.
All’anagrafe Èdouard Louis Joseph Merckx, è nato nel 145 nelle Fiandre ed è cresciuto vicino a Bruxelles. La bicicletta la utilizzava da bambino per consegnare a domicilio i prodotti del negozio alimentari del padre. A 16 anni vinse la sua prima gara, a 19 partecipò alle Olimpiadi di Tokyo. Divenne professionista poco prima di compiere vent’anni. Ha vinto tutto e lo ha fatto più volte, tanto per non lasciare dubbi.
- Biniam Girmay: chi è il primo ciclista nero a vincere una tappa al Tour, la storia dall’Eritrea alla Francia
- Ciclismo in lutto, morto a 26 anni Gino Mäder: fatale la caduta al Giro di Svizzera
- Tadej Pogačar: chi è il ciclista sloveno che ha vinto il Giro d’Italia e che punta al record di Pantani
- Incidente di Davide Rebellin, condannato a 4 anni il camionista tedesco che lo investì e uccise
Cinque Tour de France, cinque Giri d’Italia, una Vuelta di Spagna, sette Milano-Sanremo, tre mondiali. Sia tutte le classiche monumento che le tre a tappe più importanti. 525 corse vinte in tutto, la maggior parte concentrate tra anni Sessanta e Settanta. “Il momento più bello per me – ha detto al GR1 della Rai – la prima vittoria al Giro di Francia nel 1969, però anche la prima vittoria al Giro d’Italia nel ’68, le Sanremo”. Merckx si è ritirato nel 1978, a 33 anni.
Da sempre legatissimo all’Italia, per i ricordi e le gare, e per l’amicizia-rivalità con Felice Gimondi, l’avversario del suo più grande rimpianto, la sconfitta ai Mondiali di Barcellona del 1973. Non ha mai vinto una medaglia olimpica. Fu anche squalificato per doping alla fine del Giro d’Italia del 1969, un episodio che non ha offuscato il resto della sua carriera. Uno degli adagi imperituri nel mondo del ciclismo: “Coppi è stato il più grande ma Merckx il più forte”. Alcuni sostengono che Tadej Pogačar, che ha 26 anni, gli somigli parecchio.