Guerra in Medio Oriente
Israele attacca siti nucleari e militari in Iran, decapitati i vertici dei Pasdaran. Centinaia di droni lanciati da Teheran verso lo Stato Ebraico
Netanyahu ha dato il via all'operazione 'Leone che sorge' che potrebbe durare, "il tempo necessario". Possibili atti di sabotaggio preventivi eseguiti dal Mossad. Uccisi il Capo di Stato Maggiore e la guida dei Guardiani della Rivoluzione. Ferito gravemente un consigliere della Guida Suprema Khamenei. Gli Usa al corrente ma non coinvolti, Trump: "Gli Ayatollah non possono avere l'atomica"
Esteri - di Redazione Web

Israele ha lanciato un massiccio attacco preventivo contro l’Iran nelle prime ore di oggi, con l’obiettivo dichiarato di impedire alla Repubblica Islamica di dotarsi di armi nucleari. Decine di velivoli delle Forze di difesa israeliane (Idf) hanno partecipato all’operazione battezzata da Gerusalemme “Am Kelavie” (“Nazione di leoni“), in riferimento a un versetto biblico che celebra la mobilitazione del popolo d’Israele in tempo di guerra. Secondo le Idf, gli attacchi hanno colpito decine di obiettivi militari e siti nucleari iraniani.
Perché Israele ha attaccato l’Iran
“La presenza di armi di distruzione di massa nelle mani del regime iraniano rappresenta una minaccia esistenziale per lo Stato di Israele e per il mondo intero“, si legge in una nota delle forze armate israeliane, secondo cui l’Iran dispone di uranio arricchito e delle capacità necessarie a produrre entro pochi giorni fino a 15 testate nucleari. Secondo le Idf, nei giorni scorsi l’Iran aveva elaborato un piano con Hezbollah, Hamas e altri gruppi affiliati per distruggere lo Stato di Israele tramite attacchi simultanei da tutti i confini, compresi quelli con Egitto e Giordania. Questi piani avrebbero segnato secondo Israele un “punto di non ritorno“, innescando l’attacco preventivo delle scorse ore. A giustificazione dell’attacco, il generale di brigata delle forze di difesa israeliane Effie Defrin ha ricordato che nel recente passato la Repubblica Islamica ha attaccato lo Stato ebraico due volte, nell’aprile e nell’ottobre 2024.
Che cos’è l’operazione ‘Leone che sorge’
Secondo le Idf, l’offensiva lanciata stamattina non si è limitata a colpire siti nucleari, ma ha bersagliato anche fabbriche di armamenti e siti militari, cogliendo l’Iran alla sprovvista. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che è entrato nel gabinetto di sicurezza, ha diffuso tramite il suo ufficio una dichiarazione in cui chiama gli israeliani a una mobilitazione generale, e avverte che le operazioni militari contro l’Iran proseguiranno sino a neutralizzare le capacità offensive della Repubblica Islamica.
Il ruolo del Mossad
“Cittadini d’Israele, ci troviamo in un momento cruciale della storia del nostro Paese. I nostri coraggiosi piloti stanno colpendo obiettivi in Iran in un’operazione senza precedenti, volta a danneggiare l’infrastruttura nucleare iraniana, le fabbriche di missili balistici e le capacità militari nemiche. L’operazione proseguirà finche’ non avremo allontanato la minaccia di annientamento che incombe sul nostro capo. Rendo omaggio ai comandanti e ai soldati dell’Idf per la loro pianificazione audace e la potente esecuzione“, si legge nella dichiarazione del primo ministro israeliano.
Decapitati i vertici dei Pasdaran
“L’Iran dispone ancora di notevoli capacità di nuocerci e noi ci siamo preparati anche a questo. Chiedo la collaborazione di tutti voi nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Avete già dimostrato una grande resilienza, di cui ora abbiamo ancor più bisogno. Durante i miei anni da primo ministro, la minaccia iraniana è sempre stata di fronte ai miei occhi. Le azioni che abbiamo intrapreso hanno ritardato, ma non arrestato, il programma nucleare. Negli ultimi anni l’Iran ha arricchito uranio a un livello sufficiente per nove bombe atomiche e, negli ultimi mesi, ha compiuto passi nel campo degli armamenti mai intrapresi prima, avvicinandosi a ottenere armi nucleari in breve tempo“, ha avvertito Netanyahu.
Il pericolo del nucleare e dell’atomica in mano agli Ayatollah
“Oltre alle armi nucleari, l’Iran sta accumulando un enorme arsenale di missili balistici che possono raggiungere Israele in pochi minuti, ciascuno con una testata da una tonnellata di esplosivo. Teheran intende produrre diecimila di questi missili entro tre anni e ventimila entro sei anni. E’ una minaccia intollerabile e stiamo lavorando per eliminarla“, si legge nella dichiarazione.
Il fallimento della diplomazia
Israele si prepara ora alla reazione della Repubblica Islamica, che potrebbe rispondere con il lancio di migliaia di droni e missili balistici contro il territorio israeliano. Secondo fonti citate dal quotidiano Jerusalem Post, funzionari israeliani sono stati trasferiti in una località sicura dopo un tentativo di assassinio contro alti funzionari iraniani: in particolare, secondo indiscrezioni ancora non confermate Israele avrebbe preso di mira il capo di stato maggiore dei Guardiani della Rivoluzione Islamica. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha annunciato di avere dichiarato uno stato di emergenza in tutto il Paese:
Le dichiarazioni del premier Netanyahu
“Alla luce degli attacchi preventivi contro l’Iran, ci aspettiamo un attacco con droni e missili contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini nel prossimo futuro“, ha detto il ministro, il cui annuncio è stato accompagnato dall’attivazione delle sirene antiaeree in tutto il Paese. Il Comando del fronte interno delle Idf ha aperto diversi parcheggi sotterranei da utilizzare come rifugi temporanei nell’eventualità di un contrattacco iraniano. Il ministero dei Trasporti israeliano ha annunciato la chiusura dello spazio aereo fino a nuovo ordine, mentre al momento il traffico ferroviario prosegue senza interruzioni.
Usa d’accordo ma non coinvolti
Nelle scorse ore Israele ha mantenuto un forte coordinamento con gli Stati Uniti, ma i vertici militari israeliani hanno rifiutato di chiarire se Washington sia stata informata preventivamente o coinvolta nella pianificazione dell’attacco. Le prime reazioni da Washington sembrano suggerire il contrario: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha convocato una riunione di gabinetto d’emergenza alla Casa Bianca. In una nota, il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, ha definito le azioni militari di Israele contro l’Iran “unilaterali“:
Le parole di Trump
“Gli Stati Uniti non sono coinvolti in questi attacchi, e la nostra priorità assoluta è proteggere le nostre forze nella regione“, ha affermato il segretario, che ha messo in guardia la Repubblica Islamica dall’attaccare il personale statunitense nella regione. “Voglio essere molto chiaro: l’Iran non deve attaccare i nostri interessi e il nostro personale“, si legge nella nota del segretario di Stato, secondo cui l’amministrazione Trump ha preso “tutti i provvedimenti necessari per proteggere le forze e il personale statunitense in Medio Oriente“.