Dall'archivio
Delitto di Garlasco, è sempre più giallo: Chiara uccisa da una stampella?
Una delle ipotesi emersa a qualche giorno dal delitto di Chiara Poggi
Cronaca - di Redazione Web

L’articolo del 18 agosto 2007 firmato da Giuseppe Caruso, inviato a Garlasco, sul delitto di Chiara Poggi e l’ipotesi che possa essere stata una stampella l’arma del delitto.
E se fosse stata una stampella l’arma usata per uccidere Chiara Poggi? L’ipotesi, che gli investigatori al momento quantomeno non scartano, potrebbe risolvere molti interrogativi rimasti ancora insoluti. Primo fra tutti quello che riguarda proprio l’arma del delitto, non ancora ritrovata. Fino ad arrivare al nome dell’assassino, che potrebbe anche non essere di sesso maschile, come testimoniato dall’orma di calzatura femminile rinvenuta accanto ad una chiazza di sangue. Ieri gli uomini del Ris di Parma hanno iniziato ad effettuare controlli nella roggia che scorre a pochi metri dalla villetta della famiglia Poggi. L’ipotesi è che l’assassino possa aver lanciato l’arma in quelle acque verdastre, confidando nelle corrente.
Gli inquirenti intanto sembrano voler insistere sulla pista che porta agli affetti più vicini alla ragazza. E così ieri hanno convocato ancora una volta, nella caserma di Vigevano, il fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, ed una delle due cugine gemelle della ragazza, la 23enne Stefania Cappa. Fidanzato e cugina sono stati ascoltati come persone informate dei fatti, visto che al momento non risulta esservi alcun indagato. Stefania Cappa è arrivata intorno alle cinque del pomeriggio, dopo essere stata in obitorio. Alla guida di una Smart nera, preceduta da una macchina con due carabinieri in borghese, è rimasta per circa quattro ore a rispondere alle domande degli investigatori. All’uscita dalla caserma è schizzata via senza rilasciare alcuna dichiarazione. Non è stata invece sentita l’altra gemella, Paola Cappa, la ragazza che ha detto di aver tentato il suicidio sabato scorso e di «essere stata aiutata da Chiara a superare questo momento». Paola Cappa, che al momento ha un ginocchio infortunato e cammina con l’aiuto di sostegni, potrebbe però essere sentita oggi.
Più lungo è stato invece l’interrogatorio a cui è stato sottoposto Alberto Stasi, che già nella giornata di martedì era stato sentito per oltre tredici ore. Il ragazzo ha parlato agli inquirenti, tra le altre cose, della chiamata partita dal suo cellulare alle 13.27 di lunedì verso la casa di Chiara. Dall’altro capo della cornetta si sarebbe sentito un silenzio di circa quattro secondi, come se qualcuno avesse risposto e, immediatamente dopo, riagganciato. La chiamata di Alberto Stasi a casa Poggi troverebbe conferma nelle testimonianze rese in questi giorni dal giovane, che ha detto ai carabinieri e al magistrato di aver cercato di contattare più volte Chiara la mattina del delitto. L’orario della telefonata, le 13.27, assume particolare interesse se rapportato con altri due momenti importanti nella ricostruzione dell’omicidio: quello della morte di Chiara che sarebbe avvenuta tra le9.30 e le10.30 di lunedì scorso e quello del ritrovamento del cadavere da parte di Alberto Stasi, alle 13.50 circa.
Intenso intanto il lavoro degli uomini del Ris di Parma, che anche ieri hanno controllato palmo a palmo la villetta della famiglia Poggi. Numerose le tracce e gli indizi repertati in questi giorni di lavoro. Se l’indagine classica dei carabinieri di Vigevano non dovesse portare alla risoluzione del caso, si potrebbe comunque trattare soltanto di una questione di tempo: vista l’efferatezza del delitto, è facile che l’assassino possa aver lasciato diverse tracce. Ecco perché il volto del killer potrebbe essere svelato soltanto tra qualche tempo.