Il testa a testa
Polonia, alle Presidenziali vince l’estrema destra di Nawrocki: sconfitto al ballottaggio l’europeista Trzaskowski

Dal voto di domenica in Polonia arriva una mazzata durissima per Donald Tusk, il primo ministro europeista di Coalizione Civica, la maggioranza centrista attualmente il governo.
Il secondo turno delle presidenziali ha visto infatti Karol Nawrocki, il candidato di estrema destra di Diritto e Giustizia (PiS) vincere il ballottaggio col 50,89 per cento dei voti.
Un vantaggio risicato su Rafał Trzaskowski, sindaco di Varsavia e candidato del fronte europeista, che si è fermato invece al 49,11 per cento, un distacco di circa 370mila voti reali.
Voto, quello di domenica, segnato dall’alta affluenza: il 71,6 per cento degli aventi diritto si è recato alle urne, oltre il 4% in più rispetto al primo turno dello scorso 18 maggio, che aveva visto Trzaskowski vincere con un margine molto risicato. Il sindaco di Varsavia aveva ottenuto il 31,4 per cento contro il 29,5 per cento di Nawrocki.
A incidere sul secondo turno è stato il travaso di voti di colui che era arrivato terzo al primo turno, ovvero Sławomir Mentzen di Confederazione, partito ancora più a destra del PiS.
Per Tusk il quadro che emerge dalle presidenziali è politicamente drammatico: Nawrocki, che si insedierà per il suo mandato di cinque anni il prossimo 6 agosto, proseguirà infatti il lavoro del presidente uscente Andrzej Duda, anche lui espressione di Diritto e Giustizia: bloccare molte delle riforme e dei provvedimenti del governo Tusk, come ad esempio la legge per un maggiore accesso all’interruzione di gravidanza, che in Polonia è sostanzialmente illegale in quasi ogni caso.
Per l’estrema destra di Diritto e Giustizia la vittoria alle presidenziali è invece un trionfo straordinario: il 42enne Nawrocki, ex pugile dilettante e ora storico a capo dell’Istituto delle Memoria Nazionale, ente che si occupa della ricerca storica sui crimini commessi nel Paese durante la Seconda guerra mondiale e il periodo comunista, era un sostanziale sconosciuto alla vigilia del voto.