Decide la Cassazione
Alberto Stasi, il Pg di Milano chiede di revocare la semilibertà: “colpa” di una intervista a ‘Le Iene’

Revocare il provvedimento con cui nelle scorse settimane il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio dell’allora fidanzata Chiara Poggi, uccisa nella villa famiglia di Garlasco il 13agosto del 2007.
A presentare il ricorso in Cassazione è stata la Procura generale di Milano. Il motivo dell’impugnazione del provvedimento sarebbe legato alla mancata richiesta di autorizzazione a rilasciare un’intervista al programma tv ‘Le Iene’ da parte di Stasi, colloquio con gli inviati della trasmissione Mediaset avvenuto il 22 marzo scorso, durante un permesso per motivi familiari concesso a Stasi, e poi andata in onda il 30 marzo.
Per la procuratrice generale Francesca Nanni e la sostituta pg Valeria Marino la vicenda riguarda il 41enne Stasi avrebbe dovuto essere valutata diversamente dai giudici del Tribunale di Sorveglianza.
Secondo la ricostruzione in udienza della sostituta pg Valeria Marino, a Stasi era stato concesso il permesso premio per ragioni familiari e non per rilasciare un’intervista. Il direttore del carcere di Bollate, Giorgio Leggieri, aveva detto che l’intervista non aveva violato le prescrizioni: la richiesta di revoca della semilibertà a Stasi riguarda esclusivamente l’intervista tv e non il percorso carcerario che il 41enne sta terminando.
Stasi aveva già ottenuto nel 2023 il “lavoro esterno”, ovvero la possibilità di uscire tutti i giorni dal carcere per darsi da fare come contabile in un’azienda milanese, mentre lo scorso aprile era stato ammesso anche al regime di semilibertà: può dunque uscire dal carcere la mattina, ad un preciso orario indicato nelle prescrizioni, e deve rientrare la sera, dopo cena in sostanza e sempre ad un orario stabilito, potendo quindi restare fuori più di dodici ore in totale e non solo per lavorare.
Ora la Cassazione dovrà fissare udienza e decidere, solitamente con tempistiche non brevi. Tra non molto, come ricorda l’Ansa, Stasi potrà chiedere anche l’affidamento in prova ai servizi sociali, misura alternativa alla detenzione. Tra i legali di Stasi filtra comunque ottimismo per il ricorso della Procura generale: per l’avvocato Giada Bocellari la questione è “già ampiamente chiarita dal carcere e dal Tribunale di Sorveglianza. Quindi siamo tranquillissimi anche perché, se mai avesse violato qualche prescrizione, avrebbero dovuto revocargli il lavoro esterno e non negargli la semilibertà”