Chiuse le indagini
Turista uccisa da una statuetta a Napoli, a lanciarla dal balcone un 13enne: “Così fu colpita Chiara Jaconis”

A lanciare quella statuetta da un balcone tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli, nel cuore del centro storico di Napoli, è stato un ragazzino di soli 13 anni. A metterlo nero su bianco l’indagine condotta dalla Procura dei Minorenni di Napoli, che ha chiuso l’inchiesta sulla morte di Chiara Jaconis, la turista padovana di 30 anni morta il 17 settembre dello scorso anno perché colpita dall’oggetto mentre passeggiava assieme al compagno in via Sant’Anna di Palazzo, all’angolo Santa Teresella degli Spagnoli.
L’atto di conclusione delle indagini è individuato come unico responsabile di quel lancio, fatale per Chiara, che da poco aveva coronato il sogno di lavorare nella moda approdando a Parigi con il celebre marchio Prada, un ragazzino di 13 anni.
Età che ha un ruolo chiave: a 13 anni non si può essere chiamati a rispondere penalmente, non ci sarà dunque nessun processo nei confronti dell’adolescente. La posizione del fratello maggiore, di appena un anno più grande, è stata invece archiviata.
Diversa la situazione per i genitori: è ancora aperto infatti un secondo fascicolo della Procura ordinaria che ipotizza nei confronti dei familiari i reati di omicidio colposo in concorso e mancata sorveglianza.
I due sono stati ascoltati in Procura, ma hanno respinto ogni responsabilità negando di aver mai visto quelle statuette e di non essersi accorti di nulla: i coniugi avrebbero riferito agli inquirenti che l’oggetto che ha colpito alla testa Chiara Jaconis non era di loro proprietà e che quel pomeriggio si si sarebbero trovati nel salotto di casa con altri familiari, mentre il balcone che dà su via Sant’Anna di Palazzo, la strada in cui è stata colpita la turista padovana sarebbe stato chiuso da tempo.
Dalle indagini, secondo quanto riferisce il Corriere del Mezzogiorno, emergerebbe il profilo di un figlio problematico che avrebbe più volte lanciato oggetti dal balcone di casa ai Quartieri Spagnoli, perfino un tablet, fino a quella domenica 15 settembre (Chiara Jaconis morirà dopo due giorni di ricovero in ospedale) senza mai registrare conseguenze gravi.