Il rapporto dell'ECRI
Profilazione razziale nella polizia, il Consiglio d’Europa richiama l’Italia e manda in tilt la destra meloniana

Una “raccomandazione” al governo italiano di Giorgia Meloni di “condurre al più presto uno studio indipendente sul fenomeno della profilazione razziale nelle sue forze di polizia, per poter valutare la situazione”.
È la richiesta che arriva dalla commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa tramite il suo presidente, Bertil Cottier, nel corso di una conferenza stampa tenuta mercoledì 28 maggio per la presentazione del rapporto che fotografa la situazione nel 2024 tra i Paesi membri del Consiglio.
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È un fenomeno crescente in molti Paesi europei, agenti di polizia fermano le persone basandosi sul colore della pelle, o sulla loro presunta identità o religione, tutto ciò viola i valori europei”, ha aggiunto Tena Simonovic Einwalter, vicepresidente dell’Ecri, organo che non fa parte dell’Unione Europea e quindi non va confuso con il Consiglio europeo che riunisce i leader degli Stati membri dell’Ue.
Pur sottolineando che nel report non vengono citati Paesi nello specifico, Einwalter aggiunge anche che “il problema della profilazione razziale nell’operato delle forze dell’ordine è un problema che si riscontra frequentemente in Italia e Francia”. Al contrario “si sono osservati invece margini di miglioramento nelle forze di polizia britanniche”.
“Uno dei mezzi che ha aiutato molto a migliorare l’operato delle forze dell’ordine, e aiutato la raccolta dati per effettuare studi a riguardo, è l’utilizzo di bodycam da parte degli agenti di polizia”, ha spiegato Els Katsman, esperta dell’Ecri, citando uno strumento ferocemente contrastato dall’attuale maggioranza di governo in Italia.
La diffusione del rapporto del Consiglio d’Europa in cui si accusano le forze dell’ordine italiane di profilazione razziale ha innescato la reazione scomposta della seconda carica dello Stato. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, co-fondatore di Fratelli d’Italia che sin dal suo insediamento interpreta il suo ruolo con evidente partigianeria, ha di fatto risposto al report dell’Ecri esprimendo solidarietà alle forze dell’ordine.
“A loro, che con grandi sacrifici e mettendo a rischio la propria vita garantiscono la sicurezza e la salvaguardia dei diritti di tutti, giungano la mia solidarietà, la mia stima e la mia gratitudine”, le parole affidate ai social da La Russa. Ma è ancora più dura la posizione espressa dalla premier Giorgia Meloni, che parla di “parole vergognose” da parte dell’Ecri nei confronti delle forze dell’ordine italiane.
“Tutti conoscono i numerosi episodi in cui agenti delle forze dell’ordine vengono aggrediti – dice la presidente del Consiglio -, spesso da immigrati irregolari, mentre svolgono il proprio dovere con coraggio, dedizione e rispetto della legge. Purtroppo non è la prima volta che alcuni organismi del Consiglio d’Europa, finanziato anche con i soldi dei cittadini italiani, si abbandonano a giudizi infondati, frutto di un approccio ideologico e di pregiudizi evidenti”.
“L’Italia fu, nel 1949, tra i dieci stati fondatori del Consiglio d’Europa – aggiunge ancora Meloni -, nato nel dopoguerra per difendere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto. Eppure oggi quello spirito originario sembra smarrito, sostituito da dichiarazioni sempre più faziose e lontane dalla realtà. Noi continueremo a difendere chi, ogni giorno, garantisce la sicurezza dei cittadini italiani. Con orgoglio”.