Il voto a Caracas
Venezuela, “trionfo” di Maduro nelle elezioni farsa boicottate dall’opposizione: vittoria in 23 stati federali del Paese

Un risultato che non sorprende. È quello delle elezioni parlamentari e amministrative che si sono tenute domenica in Venezuela, il Paese guidato dal 2013 da Nicolas Maduro, che negli anni ha instaurato un regime in cui ha represso le opposizioni a suon di arresti, piegando i poteri indipendenti al suo esecutivo.
Maduro secondo i dati forniti dal Consiglio nazionale elettorale venezuelano ha ottenuto l’82,7 per cento dei voti in una tornata elettorale che prevedeva il ricorso alle urne per eleggere 285 deputati dell’Assemblea nazionale, 260 legislatori locali e i 23 governatori degli stati federali che compongono il Paese.
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I partiti di opposizione, o per meglio dire quelli che si sono presentati al voto e che non hanno invitato al boicottaggio, hanno ottenuto poco più del 14 per cento delle preferenze, il 5,18 dall’Alleanza Única di Henrique Capriles Radonski, storico dissidente venezuelano.
La più importante leader dell’opposizione al regime di Maduro, María Corina Machado, si era invece spesa per il boicottaggio delle urne: al voto in effetti l’affluenza è stata particolarmente bassa, solamente il 42,6 per cento dei venezuelani è andati ai seggi per votare.
Machado ha fatto compagna contro il voto dalla clandestinità, stato in cui è costretta per evitare l’arresto: l’altro leader dell’opposizione, Edmundo González Urrutia, era invece dovuto fuggire all’arresto dopo le presidenziali dello scorso luglio, segnate da evidenti brogli.
Tra brogli, repressione di ogni forma di opposizione e boicottaggio, il risultato finale del voto è stato un ovvio trionfo per Maduro: alle amministrative il presidente è riuscito a far eleggere i suoi candidati governatori del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) in 22 dei 23 stati federali. Maduro ha trionfato anche nella Guayana Esequiba, un territorio che ufficialmente appartiene alla Guyana ma che il Venezuela rivendica come proprio da oltre due secoli. Rivendicazioni che si sono fatte più evidenti da alcuni decenni, dopo la scoperta di ingenti risorse naturali: per questo Maduro, come atto simbolico e di propaganda, ha aggiunto il Guayana Esequiba al voto di domenica.