Nello Studio Ovale
Trump a Ramaphosa: “In Sud Africa uccidete i bianchi”
I fatti alla Casa Bianca: il secondo 'agguato' dopo quello a Zelensky. Il Presidente sudafricano: "Colloquio positivo"
Esteri - di Redazione Web

Due mesi dopo il clamoroso scontro allo Studio Ovale con il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, Donald Trump ha teso una nuova imboscata a un suo ospite. Stavolta e’ toccato al Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Durante l’incontro aperto ai giornalisti, Trump ha accusato il governo sudafricano di non proteggere gli agricoltori bianchi, parlando di “genocidio” degli Afrikaner e chiedendo spiegazioni ufficiali.
Davanti a un imbarazzato e sorpreso Ramaphosa, il Presidente americano a un certo punto ha fatto oscurare le luci nello Studio Ovale e mostrato un video di circa quattro minuti con scene di manifestazioni al grido di “Kill the Boer, the farmer” e immagini di croci bianche, che secondo Trump rappresentavano agricoltori bianchi uccisi. Un uomo d’affari che faceva parte della delegazione sudafricana ha provato a spiegare che le vittime non sono solo bianche, ma e’ stato inutile. Il Presidente ha anche mostrato alcuni articoli di stampa a sostegno delle proprie accuse, parlando di “intere famiglie di bianchi in fuga”. “E’ molto triste da vedere”, ha commentato Trump.
Ramaphosa, sempre piu’ seccato, ha provato piu’ volte a intervenire, ma senza successo. A un certo punto il presidente sudafricano ha invitato a discutere “con calma”. “Nelson Mandela – ha dichiarato – ci ha insegnato che, in caso di problemi, le persone devono sedersi attorno a un tavolo e parlarne”. Elon Musk, nato in Sudafrica, stretto consigliere di Trump e uomo piu’ ricco al mondo, era presente nello Studio Ovale ed e’ tra i piu’ accaniti accusatori del governo di Pretoria.
La settimana scorsa gli Stati Uniti hanno accolto 49 afrikaners, a cui verra’ riconosciuto un percorso accelerato per ottenere la cittadinanza americana e benefici pagati dai contribuenti americani. Una scelta in contrasto con la dura politica migratoria avviata da gennaio dalla Casa Bianca. Il Sudafrica e’ nel mirino di Trump da tempo anche per altri motivi, tra cui l’aver denunciato Israele alla Corte internazionale di giustizia per genocidio. Ramaphosa era arrivato a Washington con l’obiettivo di smussare i contrasti e ridiscutere gli accordi commerciali con gli Stati Uniti, che rappresentano il secondo partner piu’ importante dopo la Cina.
L’incontro non e’ andato come il governo di Pretoria sperava ma il presidente sudafricano ha scelto di non alimentare lo scontro. “E’ andato molto bene”, ha commentato, parlando con i giornalisti, mentre il suo portavoce si e’ limitato ad affermare che il presidente non si sarebbe fatto trascinare nella “pozzanghera” in cui Trump voleva spingerlo. Rispetto all’imboscata a Zelensky, stavolta il vicepresidente J. D. Vance, presente nello Studio Ovale, non e’ intervenuto.