La serie Rai

‘Fuochi d’artificio’, la nuova serie Rai. Parla la regista Susanna Nicchiarelli: “La resistenza vista con gli occhi dei bambini”

Tratto dall’omonimo libro di Andrea Bouchard, il serial in tre puntate andato in onda su Rai1 segue le vicende di quattro ragazzi che decidono di affiancarsi ai partigiani. “Un’opera che parla ai ragazzi di democrazia e libertà”

Spettacoli - di Chiara Nicoletti

18 Maggio 2025 alle 18:04

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Photo credits: Emanuele Scarpa
Photo credits: Emanuele Scarpa

Sono stati tre appuntamenti, in prima serata su Rai1, il 15, il 22 ed ovviamente il 25 aprile scorsi, molti speciali per ricordare il 25 aprile. Parliamo della serie sulla Resistenza diretta da Susanna Nicchiarelli, Fuochi d’Artificio. Scritta con Marianna Cappi e la collaborazione di Andrea Bouchard, dal cui romanzo omonimo, edito da Salani, è tratta, la serie è ambientata sulle Alpi piemontesi nel 1944 e vede protagonisti quattro ragazzini sui 13 anni, Marta, Davide, Sara e Marco. Stanchi di essere i bambini in un mondo di grandi che stanno in guerra o ne aspettano la fine, i quattro scoprono di poter sfruttare l’apparente svantaggio di essere piccoli per evitare sospetti e perquisizioni e si uniscono, a loro modo, ai partigiani, assumendo la segreta identità del ribelle “Sandokan”. Confessa di essersi ispirata ai ragazzi dei Goonies, Stand by Me, E.T. ma anche ai prodotti popolari della tradizione televisiva italiana come Pinocchio di Luigi Comencini, scritto insieme a Suso Cecchi d’Amico, nel quale, scrive Nicchiarelli, “fantasia e tradizione, coraggio ed ironia si fondono in un prodotto che ha incantato generazioni di grandi e piccini”.

Fuochi d’Artificio, commenta la regista di Nico, 1988, nasce dal constatare che fino ad ora non esistevano prodotti televisivi o cinematografici con vocazione popolare, per famiglie, che parlassero della Resistenza in termini semplici e profondi. In occasione dell’anteprima della serie, avvenuta a Roma all’Auditorium Parco della Musica nell’ambito dell’iniziativa “Viva l’Italia”, alla presenza virtuale delle scuole di oltre 30 città, grazie alla collaborazione con Alice nella Città, Nicchiarelli ha dichiarato: “Marta è una pacifista, contraria alla guerra, e la mia idea è proprio celebrare la Resistenza come momento in cui abbiamo costruito la pace. Il mio desiderio è che la serie venga vista dalle diverse generazioni, nonni con nipoti, genitori con figli perché la Resistenza è stato un modo per uscire dall’odio”. Presente all’incontro con i giovani anche Luciana Romoli, partigiana chiamata Luce in battaglia che ha invitato i ragazzi a studiare, studiare e studiare “perché la cultura ci rende tutti liberi e senza la memoria del passato, non può esserci il futuro”. Fuochi d’Artificio punta tutto su Marta, interpretata da Anna Losano, che si connette perfettamente con tutte le altre protagoniste dei film di Nicchiarelli, dalla Luciana di Cosmonauta passando per Nico e Miss Marx fino ad arrivare alla Chiara dal volto di Margherita Mazzucco.

Tutto nasce dall’ innamoramento per un libro?
Sì, Fuochi d’artificio è tratto da un romanzo che ha lo stesso titolo, di Andrea Bouchard. Un libro bellissimo che ho letto con i miei ragazzi e che ha diversi livelli di lettura, nel senso che, mentre lo leggevo piangevo e ridevo con loro. Insomma, è un romanzo per tutti in realtà.

Ha da subito individuato il potenziale popolare di questo racconto? Doveva essere una serie?
Assolutamente sì. Da subito con Costanza Coldagelli e Domenico Procacci, sono stata la prima a dire che era una cosa che avremmo dovuto fare con la Rai, con Rai 1. Era il mio sogno e si è realizzato perché io volevo il massimo della popolarità per questa serie, perché secondo me mancava completamente un prodotto popolare che raccontasse gli anni della Resistenza. E la cosa bella del romanzo e di conseguenza, secondo me, anche della serie è che questi anni della Resistenza sono raccontati attraverso gli occhi dei ragazzi e quindi il racconto ha comunque tutta la drammaticità che serve ma ha anche qualcosa di essenziale, di fiabesco.

Che eroina è Marta e come si colloca dentro la sua filmografia?
Marta è sicuramente uno dei miei personaggi, è come sono stata io, una che vuole far parte del mondo, nel suo caso vuole far parte del mondo dei grandi e combina anche un sacco di guai. Credo che la cosa bella di Marta sia che è piena di difetti. Tra i personaggi femminili c’è n’è anche un altro bellissimo che è la nonna, interpretata da Carla Signoris. Il rapporto tra loro due è molto bello e la serie racconta anche molto il rapporto tra i nonni e i nipoti che è un rapporto speciale perché in qualche modo si superano i genitori che tante cose non le capiscono. Invece i nonni e i nipoti, a volte, si capiscono al volo e i nonni acquistano un ruolo sempre più importante.

Fuochi d’artificio è un po’ musical e si connette con le sue opere rock. Cosa c’era di tutto questo nel romanzo di Andrea Bouchard e cosa invece ha aggiunto lei?
C’era già il fatto che Marta, ed è una cosa che anima moltissimo anche il libro, suona il pianoforte. La madre è un’insegnante di musica, un’appassionata di jazz, di swing. Grazie alla passione per il jazz, Marta riesce ad entrare nel forte dei tedeschi perché conosce un tenente tedesco che era professore di musica anche lui e quindi entra con i suoi dischi per ascoltarli insieme a lui. Questo aprirà la possibilità a tutta una serie di avventure pericolosissime che faranno i ragazzi nel forte tedesco. La musica è già nella prima puntata, in una scena bellissima e importantissima in cui c’è una rissa fra partigiani e Marta raccoglie la fisarmonica e si mette a cantare un canto bellissimo, Figli di nessuno, e i partigiani smettono di litigare. In qualche modo la musica è quel qualcosa che ci dà speranza, che ci fa guardare al futuro, ci fa pensare che la pace sia possibile e che ci mette tutti d’accordo. È una caratteristica bellissima di Marta e in genere dell’essere umano, motivo per cui io ne sono così appassionata

Quanto è importante, specialmente in questo momento, fare una serie del genere?
È importante sempre, è importante sempre ricordare ai ragazzi i valori della libertà ed anche della pace, della democrazia e che c’è stata della gente che si è sacrificata perché noi vivessimo in pace, in democrazia e liberi. È importante sempre non dimenticare.

Crede che tra gli artisti si senta una responsabilità maggiore oggi nel dover porre l’accento su certi argomenti?
C’è sempre questa responsabilità da parte degli artisti. Io personalmente penso che tutto quello che facciamo è anche politico, sempre, e se non lo è, c’è un problema. Se è puro intrattenimento, c’è un problema.

18 Maggio 2025

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