L'incontro per una tregua

Ucraina, “volenterosi” a Kiev da Zelensky: Meloni da remoto, Italia messa nell’angolo dall’asse Parigi-Londra

Esteri - di Redazione

10 Maggio 2025 alle 10:42

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Ucraina, “volenterosi” a Kiev da Zelensky: Meloni da remoto, Italia messa nell’angolo dall’asse Parigi-Londra

Tre anni dopo quello storico viaggio in treno avvenuto nel giugno 2022, quando l’allora cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi assieme al presidente francese Emmanuel Macron si recarono a Kiev per sostenere l’Ucraina nel conflitto scatenato dalla Russia di Vladimir Putin, quella scena si è ripetuta.

Questa volta però in quella foto manca l’Italia. Accanto ai due leader di Germania e Francia c’è infatti Keir Starmer, il primo ministro britannico che più di tutti sta spingendo per una “coalizioni dei volenterosi” che possa sostenere Kiev e Volodymyr Zelensky alla luce del sostanziale disimpegno statunitense dovuto al “nuovo corso” alla Casa Bianca di Donald Trump, che sin dall’insediamento sta spingendo per un accordo di pace anche a costo di cedere in toto o quasi alle richieste del Cremlino.

Nella visita annunciata a Kiev dei maggiori leader europei Roma non c’è. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non è andata in Ucraina e si collegherà solamente in videoconferenza con gli altri presidenti e primi ministri per discutere della “coalizione di volenterosi”.

L’obiettivo primario attuale è quello di favorire un cessate il fuoco di 30 giorni nella guerra, ben diverso da quello unilaterale voluto da Vladimir Putin in occasione del 9 maggio e del Giorno della Vittoria, le celebrazioni della vittoria dell’Unione Sovietica sulla Germania nazista durante il secondo conflitto mondiale.

Una data non casuale quella scelta dai leader europei per recarsi a Kiev, a sole 24 ore dalle celebrazioni della Piazza Rossa di Mosca in cui Putin ha mostrato la sua straordinaria macchina di propaganda, accostando di fatto l’impegno sovietico nella Seconda Guerra Mondiale all’invasione dell’Ucraina “nazista”.

E l’Italia? Pur mantenendo la barra dritta sul sostegno a Kiev, nonostante la presenza in maggioranza di un partito come la Lega di Salvini che sente forte le sirene russe, Giorgia Meloni è stata nuovamente messa all’angolo dall’attivismo franco-inglese sull’asse Parigi-Londra, restando così fuori dalla foto dei leader europei, che compreso il primo ministro polacco Donald Tusk.

Il problema per la premier è anche l’altro Donald, il presidente statunitense Trump: Meloni ancora una volta è divisa dalla volontà di non strappare con la Casa Bianca e tenere “il piede in due scarpe”.

Da Mosca: “Tregua con stop alla armi a Kiev”

Sulla tregua di trenta giorni proposta dai “volenterosi” va segnalata la risposta eloquente del Cremlino. Il portavoce Dimitri Peskov ha sottolineato che la precondizione per un accordo tra le parti è lo stop al rifornimento di armi da parte degli alleati occidentali a Kiev. Peskov lo ha spiegato in una intervista all’emittente statunitense Abc in cui afferma che è Kiev a non essere pronta per un negoziato, negando che sia Vladimir Putin a frenare: il presidente, ha sostenuto, sta facendo “tutto il possibile per risolvere il problema e per raggiungere un accordo di pace”.

Peskov ha anche risposto alla ‘minaccia’ europea, ovvero quella di mantenere “una forte pressione” sulla Russia e “imporre ulteriori sanzioni severe in caso di violazione del cessate il fuoco”, come annunciato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Per il portavoce di Putin la Russia è “abituata alle sanzioni, sappiamo già come fare e come evitare ridurre i loro effetti”

di: Redazione - 10 Maggio 2025

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