Il primo rituale
Quando viene annunciato il nome del nuovo Papa: cosa succede appena è eletto il Pontefice e quali sono le sue prime azioni
Il cammino più solenne
News - di Redazione Web

Ci sono viaggi che si misurano in chilometri, in ore, in paesi attraversati. Poi ci sono viaggi che si misurano in passi. Cento, per l’esattezza. Cento passi carichi di storia, silenzio e fiato sospeso: quelli che separano la Cappella Sistina dalla Loggia delle Benedizioni di San Pietro. Non una semplice passeggiata. È il cammino più solenne, più intimo e più universale che un vescovo di Roma possa compiere. Quando il Conclave si chiude e le porte si sbarrano con la formula extra omnes, dentro la Sistina inizia un rito antico, che profuma d’incenso e gravita attorno a quel momento in cui uno solo, tra i cardinali, diventa Pontifex Maximus. Non c’è tempo per festeggiare, non ci sono strette di mano né applausi. C’è invece un momento sospeso, irreale, in cui il prescelto risponde alla fatidica domanda: “Acceptasne electionem?“. E con un sì sussurrato, accade il miracolo del passaggio. Poi, il nuovo Papa si ritira nella Stanza delle Lacrime. Un nome poetico e terribile. Qui si veste per la prima volta di bianco. C’è chi piange per il peso della responsabilità, chi trema per l’emozione, chi semplicemente tace. I paramenti papali attendono piegati: in tre taglie, come a ricordare che lo Spirito Santo ha i suoi metodi ma anche una certa attenzione sartoriale.
Quando viene annunciato il nome del nuovo Papa
E da lì comincia il viaggio. Non è un corteo. Non è un’uscita trionfale. È un percorso che l’uomo in bianco compie da solo, anche se attorno a lui si muove la macchina millenaria del Vaticano. I cento passi lo portano lungo corridoi solenni e deserti, accompagnato solo dal rumore sommesso dei passi e da un pensiero vertiginoso: “Chi sono io per fare questo?“. Attraversa il Palazzo Apostolico, passa davanti agli arazzi, alle statue, ai secoli. In quei cento passi si incontrano i suoi predecessori dal secondo dopoguerra: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco. Tutti hanno camminato lì, con lo stesso peso e lo stesso battito accelerato. E infine, la luce. La porta della Loggia si apre. Il vento di Roma lo accoglie come un battesimo. E la folla, quella immensa distesa di umanità che da ore guarda il comignolo della Sistina, esplode. È il momento dell’Habemus Papam! Quel “abbiamo un Papa” che è allo stesso tempo un annuncio e una promessa. Dall’altra parte della piazza, cuori stretti e occhi lucidi si rivolgono al nuovo volto, al nuovo nome, alla nuova voce.
Cosa succede appena è eletto il nuovo Pontefice e quali sono le sue prime azioni
Ma per chi li ha percorsi, quei cento passi non sono solo distanza: sono una trasformazione. L’uomo che ha varcato la Cappella Sistina come cardinale è scomparso, lasciando il posto al Vicario di Cristo. Un cammino breve e immenso, in cui si compie il mistero della Chiesa. Cento passi. Né uno di più, né uno di meno. Ma nessun passo sarà mai più lo stesso. Una volta avvenuta l’elezione in conclave, il nuovo papa lascia la sala della Cappella sistina da una porta sulla sinistra, che lo conduce nella Stanza delle lacrime. È qui che, secondo la tradizione, il neo-eletto successore di Pietro indossa sulle spalle la stola pontificale. In seguito si affaccerà dalla Loggia centrale della basilica vaticana di San Pietro per essere presentato ai fedeli in piazza e al mondo con l’annuncio ‘Habemus papam‘, che sarà pronunciato dal cardinale protodiacono Dominique Mamberti, e poi per la benedizione ‘Urbi et orbi‘.