Novità in vista della Consulta

Codice della Strada, una circolare allenta la stretta di Salvini sulle droghe: come cambiano le regole

News - di Redazione

7 Maggio 2025 alle 12:33

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Codice della Strada, una circolare allenta la stretta di Salvini sulle droghe: come cambiano le regole

Una circolare che smentisce in buona parte il nuovo Codice della Strada promosso dal ministro Matteo Salvini, sconfessando in sostanza l’impostazione introdotta dal vicepremier e leader della Lega sulle sanzioni per chi fa uso di sostanze stupefacenti, a prescindere dagli effetti sulla capacità di guidare.

È quella inviata lo scorso 11 aprile dai ministeri della Salute e dell’Interno a prefetture e forze dell’ordine per fornire chiarimenti come vanno applicate le regole del CdS approvato lo scorso novembre in Parlamento.

Le date in questo caso importanti: la circolare è stata inviata tre giorni dopo che il Gip del tribunale di Pordenone Milena Granata, ha accolto una richiesta della Procura e ha trasmesso alla Corte Costituzionale una questione di legittimità sul nuovo articolo 187 del Codice della strada, appunto quello sulla guida dopo dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti. La Consulta dovrà dunque stabilire se il CdS “salviniano” viola o meno la Costituzione, anche perché la legge di fatto non è cambiata e ha un valore superiore alla semplice circolare.

Il nuovo Codice della Strada introduceva novità particolarmente contestate da giuristi, esperti di diritto e associazioni antiproibizionisti riguardo l’uso di sostanze stupefacenti: il CdS approvato a novembre eliminava le parole “stato di alterazione psico-fisica” dalle regole e dalle sanzioni relative alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti. In pratica col “codice salviniano” basta un test positivo, anche se giorni o settimane dopo l’assunzione della sostanza (o anche di farmaci a ase di oppioidi o psicofarmaci che hanno gli stessi principi attivi delle sostanze stupefacenti) per incriminare una persona e sospenderle la patente.

Ora la circolare dei due ministeri in buona parte smentisce l’impostazione del Codice della Strada approvato a novembre: il testo chiarisce infatti che per  accusare qualcuno per guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti bisogna accertare che la sostanza “produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida” e che sia stata assunta in un periodo di tempo “prossimo” alla guida del veicolo.

Quello che la circolare non cambia invece rispetto al “CdS Salvini” riguarda la valutazione dello stato di alterazione che, rispetto al passato, non va fatto da un medico. Le forze dell’ordine devono sottoporre il guidatore ad un test salivare e, in caso di positività, vanno prelevati due campioni di saliva: entrambi vanno conservati a temperatura controllata (4 gradi, evitando il congelamento) e mandati al laboratorio di tossicologia forense nel più breve tempo possibile.

Qui verranno effettuate analisi di “conferma”, le uniche possono portare a un’incriminazione per il guidatore. Queste analisi servono ad individuare la presenza di metaboliti, cioè molecole prodotte quando queste sostanze vengono metabolizzate. Questi possono essere inattivi, se l’effetto delle sostanze o dei farmaci è finito, o al contrario attivi.

La circolare spiega dunque che la presenza di metaboliti inattivi da sostanze stupefacenti non consente di accertare lo stato di intossicazione e quindi non può portare a un’incriminazione. In un secondo passaggio la circolare aggiunge anche che le analisi devono valutare devono valutare l’eventuale presenza di metaboliti dovuta a terapie fatte in ospedale prima del prelievo dei campioni o da una terapia prescritta dal proprio medico, escludendo di fatto eventuali sanzioni per le persone che assumono psicofarmaci o farmaci a base di oppioidi.

di: Redazione - 7 Maggio 2025

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