L'ennesima vittima in cella

Detenuto si uccide a Terni, emergenza totale tra suicidi e sovraffollamento: ma Meloni stoppa l’indulto

Giustizia - di Redazione

2 Maggio 2025 alle 15:44

Condividi l'articolo

Photo credits: Clemente Marmorino/Imagoeconomica
Photo credits: Clemente Marmorino/Imagoeconomica

Si è tolto la vita giovedì, il primo maggio, nel carcere umbro di Terni. È l’ultimo detenuto a morire in un istituto di pena italiano, l’ennesima nella tragica contabilità delle morti in carcere in Italia.

A denunciarlo è Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Si tratta di un detenuto italiano, in carcere per reati contro la famiglia e in cella con un connazionale: “Non si conoscono i motivi del gesto, il detenuto era in cella con un altro italiano. Purtroppo, ogni tentativo di impedire il tragico decesso si è rivelato vano”.

“È sempre doloroso, per chi lavora nel mondo penitenziario, trovarsi di fronte a simili tragedie che lasciano un senso di impotenza e di profonda amarezza”, ha affermato Bonino. “Ma ancora una volta, siamo costretti a sottolineare quanto la questione del disagio psichico e del rischio suicidario all’interno degli istituti penitenziari rappresenti una vera emergenza nazionale. La Polizia Penitenziaria, pur con abnegazione e professionalità, continua a operare in condizioni di costante tensione, spesso in solitudine operativa e senza gli strumenti idonei per affrontare adeguatamente situazioni così complesse”.

“Con l’ennesimo suicidio di un detenuto nel carcere di Terni si ha la conferma della sconfitta della civiltà giuridica del sistema carcerario italiano”, è il duro commento che arriva invece dal Garante dei detenuti dell’Umbria, l’avvocato Giuseppe Caforio. “Questa ennesima morte è sulla coscienza di tutti e le istituzioni hanno l’obbligo prima morale e poi giuridico di dare immediate risposte”, aggiunge Caforio.

Proprio oggi la premier Giorgia Meloni in una intervista all’agenzia di stampa AdnKronos aveva parlato anche del tema delle carceri e del sovraffollamento, spiegando di esser stata colpita dalle parole di Papa Francesco pronunciate poco prima della morte del Pontefice nella sua visita al carcere romano di Regina Coeli e che è dunque necessario “non perdere la nostra umanità nei confronti di chi ha sbagliato e sta scontando una pena”.

Ma di fronte ad una situazione allarme nelle carceri, per la presidente del Consiglio la soluzione è chiara: “Non ho mai creduto che la strada per ridurre il sovraffollamento siano indulti e svuotacarceri. Uno Stato giusto adegua la capienza alle necessità, non i reati al numero di posti disponibili. Servono misure strutturali per ampliare gli spazi a disposizione, e per migliorare le condizioni carcerarie, ed è quello che stiamo facendo”, annunciando entro fine legislatura ad aumentare la capienza delle carceri di 7mila unità.

di: Redazione - 2 Maggio 2025

Condividi l'articolo