Tutti pazzi per il fenomeno del Barcellona
Lamine Yamal: può diventare il primo adolescente Pallone d’Oro, proteggiamolo come un panda
Impressionante nella semifinale di Champions con l'Inter: per come dava un senso di onnipotenza e ineluttabilità. A neanche 18 anni. Come lui nessuno mai, neanche Messi. Facciamolo Patrimonio UNESCO
Sport - di Antonio Lamorte

A un certo punto, un momento neanche così breve nel primo tempo di Barcellona-Inter, semifinale di andata della Champions League giocata ieri sera in Catalogna, sembrava non ci fosse davvero niente da fare. Dava un senso di onnipotenza, di supremazia e ineluttabilità Lamine Yamal, per come decidesse di fare tutto quello che gli passava per la testa e per i piedi. A neanche 18 anni, che compirà soltanto a luglio, sembrava lui fosse l’adulto e i calciatori dell’Inter – tutti professionisti se non campioni affermati – i bambini.
È quella l’impressione: come un calciatore troppo forte alla PlayStation, di quelli dai valori talmente pompati che ogni giocata, ogni tiro e ogni dribbling, riesce. Anche in maniera grottesca, troppo esagerata per essere vera. E invece: prima uno spazio inesistente, perfino da immaginare, in cui è riuscito a passare e a trovare il secondo palo per il gol dell’1 a 2, due traverse di cui la prima dopo un dribbling clamoroso sulla linea di fondo, la seconda nel secondo tempo con un tocco impossibile anche da comprendere figuriamoci da concepire. Bastoni, ormai unanimemente considerato uno dei difensori più forti d’Europa, a bocca aperta. Lamine Yamal emana vibrazioni uniche.
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Era successa la stessa cosa sabato sera, in una finale di Coppa del Re lunghissima e avvincente vinta dai blaugrana ai supplementari, una delle partite più belle degli ultimi anni. Quando il Real Madrid cominciava a pensare di avercela fatta anche questa volta, all’84esimo minuto, sul 2 a 1, Lamine Yamal si era inventato questo lancio destinato a una zolla buia tra difensore e portiere che Ferran Torres aveva accolto stoppando, saltando il portiere e pareggiando. Ieri l’ex medico del Real Madrid Niko Mihic ha sollevato dubbi sulle fasciature sui polsi che portano i calciatori del Barça. “Se si desidera un accesso venoso più facile, bisogna trovarlo nelle mani e nei polsi”. Lamine ha risposto ieri postando una foto della sua mano bendata.
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Qualche settimana fa aveva replicato anche alle parole poco gentili dell’ex centrocampista olandese Wesley Sneijder. Ha ritirato la Coppa del Re con due paia di occhiali: è sempre un teenager, fa parte della generazione di TikTok. Avevamo raccontato qui la sua storia, con quell’aneddoto clamoroso della foto in braccio a Lionel Messi quando era soltanto un bambino, nei giorni dell’Europeo vinto da protagonista con la Spagna l’estate scorsa, giocato tutto che ancora non aveva 17 anni mentre la sera studiava per diplomarsi in albergo. Per Rio Ferdinand è il più forte al mondo, Thierry Henry gli ha chiesto la maglietta in diretta tv per il figlio. Come lui nessuno mai.
Ieri ha raggiunto le 100 presenze con il Barcellona: 22 gol e 33 assist. Messi ci è arrivato a vent’anni. Roba davvero da far tremare i polsi. Quest’anno ha già vinto Supercoppa di Spagna e Coppa del Re, il Barcellona è primo nella Liga, la settimana prossima si giocherà il passaggio in finale di Champions e a giugno si terrà il primo Mondiale per Club. Lamine Yamal potrebbe essere il primo adolescente a vincere il Pallone d’Oro. Fa anche paura tutto questo talento, tutta questa attenzione su un ragazzo neanche maggiorenne: non vorremmo mai un ragazzo prodigio bruciato troppo presto come abbiamo visto altre volte nello sport o nell’arte. Va protetto come un panda, la persona e l’atleta. Facciamolo patrimonio UNESCO. Pensare che potremmo vederlo ancora in campo, con i nostri bambini e nipoti anche tra 15 anni, quando saranno adolescenti, fa venire le vertigini più o meno come quando lo vediamo giocare.
