Le esequie di Francesco

Funerali di Papa Francesco, l’ultimo saluto a Bergoglio: tra fedeli e potenti l’addio al Pontefice degli emarginati

News - di Redazione

26 Aprile 2025 alle 10:48

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Funerali di Papa Francesco, l’ultimo saluto a Bergoglio: tra fedeli e potenti l’addio al Pontefice degli emarginati

Una San Pietro gremita di fedeli, ben 50mila, il massimo consentito dal piano di sicurezza coordinato tra Questura e Vaticano, oltre a 150 delegazioni proveniente da tutto il mondo e cinquemila tra cardinali, vescovi e sacerdoti.

È questa la folla presente per l’addio a Papa Francesco, le esequie del pontefice argentino scomparso lunedì 21 aprile all’età di 88 anni. Alle esequie, seguite da altre 150mila persone fuori dalla piazza, ha fatto seguito il corteo a passo d’uomo di sei chilometri che ha portato con la “papamobile” il feretro di Jorge Bergoglio nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove è stato accolto da poveri e bisognosi e dove è stata tumulata la salma come da disposizione del Papa stesso, che a differenza dei suoi predecessori ha scelto di non venir tumulato all’interno delle mura vaticane. A “scortare” l’ultimo viaggio di Bergoglio almeno 200mila fedeli lungo il percorso, un lunghissimo omaggio a suon di applausi.

Feretro di Francesco portato a spalla dai sediari e accolto da lunghissimo applauso dai fedeli presenti in piazza San Pietro: sulla bara poi, una semplice cassa di legno posizionata al centro del sagrato della Basilica di San Pietro, è stato appoggiato un Vangelo aperto.

L’omelia del cardinale Re

A celebrare il funerale è invece il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. In tutto, secondo l’ordine di servizio, i concelebranti sono 970, tra cardinali (220) e vescovi e sacerdoti (750).

Nella sua omelia, iniziata alle 10:19, il cardinale Re ha ricordato come in piazza San Pietro “Papa Francesco tante volte ha celebrato l’Eucarestia e presieduto grandi incontri nel corso di questi 12 anni”. Qui, ha aggiunto, “siamo raccolti in preghiera attorno alle sue spoglie mortali col cuore triste, ma sorretti dalle certezze della fede, che ci assicura che l’esistenza umana non termina nella tomba, ma nella casa del Padre in una vita di felicità che non conoscerà tramonto”.

Poi il cardinale ha sottolineato come “il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione, che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all’eternità, ci dice quanto l’intenso Pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti e i cuori”.

“La sua ultima immagine che rimarrà nei nostri occhi e nel nostro cuore, è quella di domenica scorsa, – le parole del cardinale Re – Solennità di Pasqua Nonostante i gravi problemi di salute, ha voluto impartirci la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare dalla papamobile scoperta tutta la grande folla convenuta per la Messa di Pasqua”.

“Con la nostra preghiera vogliamo ora affidare l’anima dell’amato Pontefice a Dio, perché gli conceda l’eterna felicità nell’orizzonte luminoso e glorioso del suo immenso amore”, ha aggiunto ancora il cardinale nell’omelia in cui ha rimarcato come “nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, Papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena. Egli ha seguito le orme del suo Signore, il buon Pastore, che ha amato le sue pecore fino a dare per loro la sua stessa vita”.

L’impegno per i migranti

Non poteva mancare nell’omelia del cardinale Re un ricordo dell’impegno profuso da Francesco in favore di profughi e rifugiati. Il decano del Collegio cardinalizio ha ricordato gli “innumerevoli gesti ed esortazioni in favore” di quest’ultimi, a partire dal “significativo primo viaggio di Papa Francesco a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell’emigrazione con migliaia di persone annegate in mare”.

Parole che hanno spinto il sagrato ad un applauso caloroso. Quindi Re ha ricordato un secondo viaggio, quello di Lesbo assieme al Patriarca Ecumenico e con l’Arcivescovo di Atene, come pure la celebrazione di una messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico.

Il Papa della pace

Il cardinale Re ha poi voluto sottolineare l’impegno profuso da Bergoglio per la pace. “Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili”, le parole nell’omelia.

Re ha ricordato in tal senso le parole di Papa Francesco: “La guerra – diceva – è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole. La guerra lascia sempre, è una sua espressione, il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta”. “‘Costruire ponti e non muri‘ è un’esortazione che egli ha più volte ripetuto e il servizio di fede come Successore dell’Apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell’uomo in tutte le sue dimensioni”, ha aggiunto il cardinale.

La conclusione

Papa Francesco “soleva concludere i suoi discorsi e i suoi incontri dicendo: ‘Non dimenticatevi di pregare per me’. Caro Papa Francesco, ora chiediamo a te di pregare per noi e che dal cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza”, così il cardinale Giovanni Battista Reha concluso tra gli applausi dei 50mila presenti l’omelia

di: Redazione - 26 Aprile 2025

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