Verso il Conclave

Papabili italiani dopo Papa Francesco: le chance di Parolin, Zuppi, Pizzaballa, l’ultimo è stato Giovanni Paolo I

Sono 19 i cardinali italiani che voteranno nel Conclave dopo la morte di Bergoglio. Il diplomatico Segretario di Stato, il mediatico Presidente della CEI, il francescano patriarca di Gerusalemme

News - di Redazione Web

23 Aprile 2025 alle 16:03

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COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE
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Si scommette perfino e si gioca al Fantapapa: è un toto-papa forsennato quello che si è scatenato dopo la morte di Papa Francesco. Conclave apertissimo, che si potrebbe aprire il 6 maggio. Nessuna personalità a svettare sulle altre, nessun favorito nettamente in vantaggio, proprio com’era successo con il tedesco Joseph Ratzinger e l’argentino Jorge Mario Bergoglio. Sicuramente suggestiva, dopo il Pontefice arrivato “quasi dalla fine del mondo”, l’ipotesi di un Papa italiano. E in questo senso i nomi sono soprattutto quelli di Pietro Parolin, di Matteo Zuppi e di Pierbattista Pizzaballa.

L’ultimo italiano è stato Albino Luciani, nato a Canale d’Agordo, in provincia di Belluno, Veneto. Scelse il nome di Giovanni Paolo I, era il 26 agosto del 1978 quando venne eletto, 47 anni fa, l’anno dei tre Papi. Il suo fu il decimo pontificato più breve di sempre, durò appena 33 giorni, dall’estate fino alla morte nella notte tra il 28 e il 29 settembre del 1978, quasi certamente per una patologia dell’apparato cardiocircolatorio – le circostanze non sono mai state del tutto chiarite. Oggi il 47% dei cardinali vengono dall’Europa, di questi la maggioranza sono italiani, 19.

Pietro Parolin ha 70 anni, è il Numero 2 del Vaticano, il Segretario di Stato del Vaticano, una sorta di ministro degli Esteri della Chiesa Cattolica. È nato a Schiavon, piccolo Comune nella provincia di Vicenza, in Veneto. Diplomatico, profondo conoscitore della Chiesa, interfaccia dei principali leader mondiali, non è considerato parte di una specifica corrente conservatrice o progressista. Si è espresso in termini durissimi sulle persone omosessuali: quando nel 2015 in Irlanda un referendum approvò i matrimoni gay, definì quel risultato “una sconfitta per l’umanità”. Per Bergoglio “Parolin è un uomo retto”.

Grande stima da parte del Pontefice anche per Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e attuale Presidente della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. 70 anni, figlio del direttore dell’edizione domenicale dell’Osservatore Romano, Enrico Zuppi. La madre invece era nipote del segretario di Papa Pio XI, Carlo Confalonieri. Fa parte della corrente progressista della Chiesa, è noto anche mediaticamente all’esterno degli ambienti ecclesiastici, spesso interrogato da giornali e televisioni su questioni di attualità. Da capo della CEI ha commissionato un rapporto sugli abusi compiuti dai sacerdoti in Italia. Fu lui che mediò un accordo per la fine della guerra in Mozambico, nel 1992. Lui che Papa Francesco ha scelto nel giugno del 2023 per una missione tra Mosca e Kiev, per un dialogo di pace tra Russia e Ucraina.

Altro italiano dato in corsa è Pierbattista Pizzaballa, 60 anni, patriarca di Gerusalemme. Francescano, originario di Cologno al Serio in provincia di Bergamo, nipote dello storico portiere dell’Atalanta. Da oltre trent’anni vive e opera a Gerusalemme, prima di diventare patriarca era stato custode del Santo Sepolcro. Si era sempre più avvicinato a Papa Francesco negli ultimi anni. Si era anche proposto ad Hamas come ostaggio al posto degli oltre cento israeliani rapiti e trasportati sotto sequestro nella Striscia di Gaza dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023. La sua candidatura, negli anni di una guerra dalle implicazioni e dai costi umani enormi, tenendo conto anche delle durissime prese di posizione di Papa Francesco, sarebbe una scelta fortissima.

23 Aprile 2025

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