Il conflitto
Hamas: “Pronti a rinunciare al controllo di Gaza ma non a deporre le armi”
Le dichiarazioni del gruppo islamista-terrorista mentre continuano i contatti diplomatici tra le parti, mediati da Egitto e Qatar, per porre fine alla guerra
Esteri - di Redazione Web

Hamas ha presentato una nuova proposta per ottenere la fine della guerra a Gaza: rinuncia al controllo del territorio in cambio della conservazione delle sue armi. Lo riferisce Sky news arabic. Questo sviluppo, descritto da fonti politiche e diplomatiche come “flessibilità calcolata“, apre le porte a scenari complessi in cui i calcoli interni dell’organizzazione fondamentalista si scontrano con le richieste di Israele che rifiuta qualsiasi formula che non includa il completo disarmo di Hamas.
La proposta di Hamas
Intanto, una delegazione israeliana è arrivata al Cairo, in Egitto, per incontrare i mediatori e cercare una svolta nei negoziati con Hamas per un cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi da Gaza. Lo riporta il The Times of Israel, citando il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed. La delegazione ha già incontrato alti funzionari egiziani. Secondo quanto riferito dai media locali, i mediatori Qatar ed Egitto avrebbero proposto una bozza di cessate il fuoco della durata compresa tra cinque e sette anni, la fine formale della guerra, il ritiro completo dell’esercito israeliano da Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi.
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Diplomazia al lavoro
La tv saudita al-Hadath riporta che nei prossimi due giorni si terrà un nuovo round di negoziati al Cairo e a Doha, una delegazione di Hamas arriverà al Cairo per discutere con gli egiziani il cessate il fuoco nella Striscia. Il funzionario palestinese a conoscenza dei colloqui ha dichiarato alla Bbc che Hamas si è dichiarata pronta a cedere il governo di Gaza a qualsiasi entità palestinese concordata “a livello nazionale e regionale“. Secondo la fonte potrebbe trattarsi dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) o di un organismo amministrativo di nuova costituzione.
Il ruolo dell’Egitto
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha escluso finora qualsiasi ruolo dell’Anp nella futura amministrazione di Gaza, governata da Hamas dal 2007. Intanto l’ambasciata palestinese al Cairo ha dato istruzioni al suo personale, che aveva coordinato le evacuazioni mediche da Gaza agli ospedali egiziani e facilitato l’ingresso degli aiuti umanitari, di trasferirsi con le proprie famiglie nella città egiziana di Arish, vicino al confine con Gaza.
Le pressioni Usa e la posizione di Israele
Secondo una fonte israeliana, sia Gerusalemme che l’amministrazione Trump hanno fatto pressioni affinché sia l’Egitto a guidare, al posto del Qatar, i colloqui sul rilascio degli ostaggi e la tregua a Gaza ritenendo che il Cairo possa esercitare pressioni più efficaci su Hamas affinché accetti un accordo. Lo riferiscono i media locali. Attualmente Israele è ottimista sul fatto che la pressione militare a Gaza stia funzionando e che Hamas voglia un accordo per porre fine ai combattimenti, afferma la fonte.