Le accuse del ministro

Nordio si autoassolve, per il Guardasigilli il sovraffollamento delle carceri “colpa dei magistrati che imprigionano”

Giustizia - di Redazione

11 Aprile 2025 alle 10:32

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Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse
Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse

C’è forse qualcuno che si fa passare per Carlo Nordio nel ministero di via Arenula? Altrimenti è sempre più complicato provare a capire il comportamento da Dr Jekill e Mr Hyde del Guardasigilli, che da saggista non mancava mai di promuovere battaglie di sacrosanto garantismo e che da ministro ha compiuto una capriola straordinario, orgogliosamente parte di un esecutivo che fa del populismo penale la sua dottrina.

Ma l’ultima uscita di Nordio raggiunge vette mai viste in questi due anni di governo Meloni. Rispondendo ad un Question Time al Senato il ministro della Giustizia ha infatti scaricato sui magistrati la responsabilità del sovraffollamento cronico delle carceri italiane.

Non dunque l’invenzione di nuovi reati, come col dl Rave primo provvedimento dell’esecutivo, o il continuo aumento delle pene per reati che non provocano alcun “allarme sociale”: per Nordio “se aumenta aumenta il numero dei carcerati non è colpa del Governo, ma di chi commette dei reati e della magistratura che li mette in prigione”.

Il ministro sa perfettamente che il governo in due anni ha firmato leggi che introducono nuove fattispecie di reato, ma sulla questione tiene il punto per difendere l’esecutivo: “Non mi risulta che siano stati imprigionati in base a nuove leggi promulgate da questo Parlamento”.

In realtà, come sottolineava Il Foglio in un articolo dello scorso ottobre, in due anni il governo Meloni ha introdotto la bellezza di 50 nuovi reati e aumenti di pena per un totale di 417 anni di carcere in più nell’ordinamento, ma altri sono in arrivo con l’imminente entrata in vigore del decreto Sicurezza con cui il governo intende criminalizzare il dissenso.

La conseguenza del populismo penale dell’esecutivo è nei numeri forniti da Antigone sul sovraffollamento nelle carceri, dove i detenuti sono al dicembre scorso 62.153 di fronte ad una capienza effettiva di 47mila posti: il tasso di sovraffollamento è esploso così al 132,6%, con picchi in istituti come San Vittore a Milano (225%) e Brescia Canton Mombello (205%).

Le parole di Nordio ovviamente non finiscono nel dimenticatoio e, anzi, provocano la reazione forte di magistratura e opposizione. Per Giovanni Zaccaro, segretario di Area, la corrente progressista delle toghe, “siamo al paradosso. Il ministro un giorno accusa i magistrati di eludere le leggi mentre il giorno dopo li accusa di applicarle, mandando le persone in carcere. Un giorno alza le pene ed i casi di arresti in flagranza (dal decreto Caivano al decreto Sicurezza), il giorno dopo non si spiega perché la popolazione carceraria aumenta”. Tutto mentre le carceri, aggiunge, “esplodono, i suicidi aumentano, il personale è allo stremo, la magistratura di sorveglianza trattata come una cenerentola, la pene sostitutive destinate a fallire senza risorse”.

Per Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, il Guardasigilli parla di “tesi deliranti” e per questo invoca “urgentemente un test psicoattitudinale per ricoprire il ruolo di Guardasigilli”. Ma la vera domanda, per il co-leader di Alleanza Verdi-Sinistra, è: “Come fa Nordio a continuare a ricoprire il ruolo di ministro della Giustizia? Davvero secondo lui i magistrati non dovrebbero arrestare chi commette reati, per non aumentare il numero dei detenuti? Siamo all’inversione totale della logica e del buon senso. Il test che Nordio ha previsto per i magistrati, ora lo applichiamo a lui: sarebbe da tempo stato necessario, basti ricordare le sue performance imbarazzanti sui casi Delmastro e Almasri”.

di: Redazione - 11 Aprile 2025

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