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Aborto: dove abortire in Italia, il primo elenco ufficiale delle strutture pubbliche o convenzionate
Pubblicato dall'ISS sul portale EpiCentro, la lista delle strutture pubbliche o convenzionate. Il progetto è nato nel 2020, mancano alcuni dati per un'informazione esaustiva
News - di Redazione Web

Per la prima volta l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato un elenco ufficiale delle strutture pubbliche o convenzionate per accedere all’interruzione volontaria di gravidanza, sancita dalla legge 194/78. È uno strumento utile alle donne che vogliono ricorrere all’aborto per individuare la struttura più vicina che offre il servizio, soprattutto considerando gli alti tassi di obiezione di coscienza all’interno delle strutture italiane. L’Ivg è un diritto, sancito da legge, che ogni donna può richiedere entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari.
L’elenco è stato pubblicato online giovedì 10 aprile, il progetto è partito nel 2020. Comprende le strutture in cui è stato condotto almeno un aborto nel 2023, l’ultimo anno i cui dati sono più aggiornati. Si tratta di ospedali, ambulatori e consultori. L’elenco non riporta i tassi di obiezione di coscienza per singola struttura, un dato che secondo quanto dichiarato al quotidiano Domani da Serena Donati, responsabile scientifica del Sistema di sorveglianza epidemiologica dell’interruzione di gravidanza dell’ISS, sarà inserito a breve.
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L’inserimento di questo dato è stato osteggiato in passato dalla destra e dalle associazioni anti-abortiste, che contestavano una violazione della privacy del personale delle strutture. Non è un dettaglio secondario considerati gli alti tassi di obiezione di alcune strutture o perfino l’obiezione del personale nella sua totalità in alcuni casi. L’elenco non fornisce neanche i dati degli aborti terapeutici, quelli cui si può accedere fino alla 22esima settimana, in casi di gravi malformazioni o di pericolo per la donna incinta. “La finalità complessiva del progetto – ha spiegato – è quella di migliorare la qualità dei dati del sistema di sorveglianza dell’Ivg che è attivo dal 1980, ma anche per migliorare l’offerta e l’appropriatezza delle procedure di esecuzione dell’Ivg, sia chirurgica che farmacologica”.
Sul perché gli ultimi dati ISTAT disponibili siano relativi al 2023, Donati ha aggiunto che “non esiste un sistema di sorveglianza che permetta di avere i dati in tempo reale. Spesso dobbiamo richiamare le regioni per completare la pulizia dei dati”. I dati, nel loro storno e precisione, sono considerati fondamentali per implementare un diritto spesso non concesso, con il rischio di oltrepassare il limite di tempo per l’accesso. Perciò anche una distanza anche se di pochi anni può definire la lista non aggiornatissima. L’elenco, da considerare al momento parziale ma sicuramente un passo avanti, è stata pubblicata sul portale EpiCentro dell’ISS.