Indagini in corso
Spento l’incendio allo stabilimento Chimpex di Pascarola, le conseguenze della nube tossica: come difendersi dal fumo
L'incessante lavoro dei vigili del fuoco e le raccomandazioni dell'Asl e dei comuni. Accertamenti ambientali in corso da parte dei tecnici dell'Arpac: al momento i livelli dell'aria sono nella norma
Cronaca - di Redazione Web

È stato domato l’incendio divampato ieri in una industria chimica della zona Asi di Pascarola nel Comune di Caivano (in provincia dell’area Nord di Napoli) che ha prodotto un’alta e distesa nube di fumo e ha determinato, tra l’altro, la chiusura oggi dei parchi e delle scuole in alcuni Comuni, tra i quali quello di Acerra. I carabinieri della Compagnia di Caivano sono al lavoro per ricostruire l’origine del rogo. Il rogo ha colpito la fabbrica di solventi Chimpex.
Vasto incendio in uno stabilimento di Pascarola, nube nera di fumo invade il Casertano e il Napoletano
Sulle cause alla base dell’incendio sono al momento in corso accertamenti da parte delle autorità. Stando ai primi rilievi dei carabinieri all’interno dell’azienda, per fortuna non era rimasto nessuno e i circa 70 dipendenti sarebbero riusciti tutti a fuggire. I vigili del fuoco sono stati sul posto l’intera giornata ed hanno lavorato tutta la notte per spegnere il rogo. L’operazione è stata resa più difficile per la presenza all’interno dello stabilimento di sette silos di solvente, materiale estremamente infiammabile.
Spento il rogo nello stabilimento chimico della Chimpex: indagini in corso
La Commissione straordinaria del Comune di Caivano ha invitato la cittadinanza a chiudere porte e finestre, a non raccogliere i prodotti dell’orto e ad uscire solo se strettamente necessario, adottando le precauzioni del caso. Inoltre sono state chiuse tutte le scuole. Anche altri comuni della zona hanno diramato varie comunicazioni per la sicurezza dei cittadini ed hanno disposto la chiusura degli istituti scolastici.
Quali sono le conseguenze della nube tossica: come difendersi dal fumo
Il Comune di Napoli ha raccomandato, su consiglio dell’Asl: evitare di stazionare per lunghi periodi in spazi all’aperto fino al perdurare dell’emergenza; lavare accuratamente frutta, ortaggi e verdura prima di mangiarli; chiudere porte, finestre, serrande, camini, bocchette di ventilazione e ogni altra apertura verso l’esterno; spegnere condizionatori, impianti di ventilazione o ricircolo dell’aria. Se si dovesse essere in prossimità del fumo: coprire naso e bocca con un panno umido; cercare riparo immediatamente al chiuso, evitando di respirare profondamente.
Cosa non fare: i consigli dell’Asl e dei comuni
Bisogna, inoltre, evitare di stazionare all’aperto, anche su balconi e terrazzi, per visionare anche in lontananza la nube. Questo perché, a causa dell’effetto dei venti, il fumo potrebbe causare conseguenze irritative all’apparato respiratorio. È necessario anche evitare di porre all’aria aperta indumenti da asciugare. Tutte le persone che in queste ore dovessero avvertire problemi respiratori o bruciore alle vie respiratorie sono invitate a contattare immediatamente un medico ovvero rivolgersi a un Pronto Soccorso.
Le analisi dell’Arpac
Intanto, i tecnici dell’Arpac stanno verificando le conseguenze causate dalla nube tossica, la cui propagazione ha preoccupato le istituzioni e spaventato le persone. L’ente ha fornito i dati finora disponibili circa le analisi sulla qualità dell’aria, che non hanno fatto registrare, nei Comuni investiti dalla nube prodotta dall’incendio, alcun superamento della norma. Sono in corso ulteriori accertamenti, i cui risultati saranno disponibili a breve e verranno successivamente esaminati per l’adozione di eventuali misure di carattere sanitario.