Fisco a Luci Rosse

Prostituzione ed Escort hanno il loro codice Ateco: è polemica sul conflitto con l’illegalità di sfruttamento e favoreggiamento

Le attività nella nuova classificazione Istat, in Italia agevolare in qualsiasi modo è reato. L'interrogazione parlamentare: "Zona grigia, lascia spazio a sfruttamento e tratta"

Economia - di Redazione Web

10 Aprile 2025 alle 17:29

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Foto LaPresse – Stefano Porta 19/09/2018 Milano ( Mi ) Cronaca Controlli e fermi per esercizio prostituzione in appartamenti zona Greco viale Zara Nella foto: Prostitute e Viados fermati tra Piazzale Istria Viale Zara e Viale Sarca
Foto LaPresse – Stefano Porta 19/09/2018 Milano ( Mi ) Cronaca Controlli e fermi per esercizio prostituzione in appartamenti zona Greco viale Zara Nella foto: Prostitute e Viados fermati tra Piazzale Istria Viale Zara e Viale Sarca

Già sta provocando polemiche la comparsa alla divisione 96 delle classificazioni Ateco: all’improvviso, all’interno del codice su professioni e imprese, è infatti spuntata una voce che comprende anche la prostituzione e le attività di escort. “Sex Work Is Work”, come recita un adagio ormai diventato noto. E però, il punto, che sta scatenando dibattito, è che se anche la prostituzione in Italia non è un reato di per sé, la definizione in cui alcune attività tra quelle riportate nella classificazione sembrano essere a rischio di sfruttamento o favoreggiamento della stessa, queste sì reato.

Il codice Ateco è un sistema utilizzato per identificare le attività economiche delle imprese e dei liberi professionisti. La classificazione è sviluppata dall’Istat, quella del 2025 è in vigore da gennaio e ha iniziato a essere utilizzata dall’1 aprile. La divisione 96 “è stata completamente ristrutturata prevedendo nuovi gruppi e nuove classi”. Al codice 96.99.92 spuntano i “Servizi di incontro ed eventi simili”, una voce che comprende “attività connesse alla vita sociale, ad esempio attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort), di agenzie di incontro e agenzie matrimoniali; fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione; organizzazione di incontri e altre attività di speed networking”.

La prostituzione, formalmente, non è illegale in Italia. Sempre che sia svolta volontariamente da una persona adulta, con capacità di intendere e di volere. E nei casi di svolgimento regolare e professionale, senza alcun “rapporto di subordinazione”, secondo quanto dettava una sentenza della Cassazione del 2011. Lo stesso parere indicava come andasse sotto la voce “redditi diversi” invece la prostituzione occasionale. È piuttosto scivoloso il terreno sul quale l’illegalità viene posta sul confine quantomeno sfuocato tra la volontarietà e lo sfruttamento o il favoreggiamento.

La legge Merlin, che nel 1958 aveva abolito la regolamentazione della prostituzione e chiuso le case di tolleranza, ha punito chi possedeva e dirigeva qualsiasi casa destinata alla prostituzione, chiunque la cedesse in locazione a un’attività con quello scopo, chiunque reclutasse una persona o la agevolasse alla prostituzione. La Cassazione, con una sentenza del 2018, aveva definito sfruttamento “qualsiasi consapevole e volontaria partecipazione, anche occasionale, ai proventi dell’attività di prostituzione”. Il punto al centro delle attenzioni dopo la new entry nella classificazione è quindi la voce “organizzazione di servizi sessuali” e “organizzazione di eventi” e “gestione di locali di prostituzione”. Queste sono le attività punite dal reato di sfruttamento della prostituzione con reclusione da quattro a otto anni e una multa da 5mila a 25mila euro.

“Se confermato, sarebbe grave che il fisco prevedesse nei nuovi codici Ateco l’organizzazione di servizi sessuali – il commento immediato della senatrice, Alessandra Maiorino, vicecapogruppo Movimento 5 Stelle al Senato – Perché è vero che la prostituzione in Italia non è illegale, ma lo sono tutte le attività di favoreggiamento, sfruttamento e induzione. Esattamente ciò che va a regolarizzare, dal punto di vista fiscale, la nuova classificazione. Un orientamento palesemente in conflitto con le leggi esistenti e sul quale sto depositando un’interrogazione al ministro Urso. Come è possibile che si vada così palesemente in contrasto con le leggi esistenti? Chi lo ha deciso? Stiamo parlando di attività che creano una zona grigia, lasciando spazio a sfruttamento e tratta. Vogliamo delle spiegazioni”.

10 Aprile 2025

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