La sentenza

Strage di piazza della Loggia, condannato a 30 anni Marco Toffaloni (all’epoca 16enne): ma la Svizzera nega l’estradizione

Cronaca - di Redazione

3 Aprile 2025 alle 19:26

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Strage di piazza della Loggia, condannato a 30 anni Marco Toffaloni (all’epoca 16enne): ma la Svizzera nega l’estradizione

Ci sono voluti quasi 51 anni per avere una terza condanna per la strage di Brescia, quando il 28 maggio 1974 una bomba di matrice neofascista esplose in piazza della Loggia durante una manifestazione sindacale, uccidendo 8 persone e ferendone 102.

Il tribunale dei Minori di Brescia ha infatti condannato 30 anni di reclusione, il massimo della pena, Marco Toffaloni: all’epoca 16enne, veronese che militava tra le fila del movimento di estrema Ordine Nuovo, è ritenuto dai giudici di primo grado uno degli esecutori materiali della strage, avendo piazzato quel giorno l’ordigno in un cestino sotto i portici della piazza che ospitava la manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil.

Toffaloni, che non è mai stato presente in aula durante il processo, da anni è residente a Landquart, nel cantone svizzero dei Grigioni: oggi 67enne, ha ottenuto la cittadinanza elvetica sotto la nuova identità di Franco Maria Muller.

Ma soprattutto Toffaloni-Muller non sconterà un giorno di reclusione in Italia: le autorità giudiziarie svizzere, già interpellate dai magistrati bresciani nell’autunno del 2024, hanno già opposto un fermo rifiuto all’accompagnamento a Brescia dell’imputato e hanno fatto sapere che non concederanno la sua estradizione nemmeno nel caso in cui la condanna diventasse definitiva. Il motivo? Per la legge elvetica il reato di cui è accusato, strage, è già prescritto.

Toffaloni è il terzo condannato per la strage di piazza della Loggia. Nel 2017 erano stati condannati all’ergastolo i mandanti dell’attentato di Brescia: Carlo Maria Maggi, medico mestrino e all’epoca referente di Ordine Nuovo per il Triveneto (morto il 26 dicembre 2018) e Maurizio Tramonte, ex infiltrato dei Servizi segreti, alias “Fonte Tritone”.

“Questa condanna certifica che tutti sapevano tre giorni prima. Mi lascia attonito che abbiamo dovuto aspettare 50 anni. Quello che emerge è un quadro complessivo in cui le ‘coperture’ erano il dovere assoluto”, è stato il commento a caldo dopo la sentenza di Manlio Milani, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di piazza della Loggia.

di: Redazione - 3 Aprile 2025

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