Il delitto
Sara Campanella uccisa a Messina, per il femminicidio della studentessa fermato un compagno di università

C’è un fermo per il femminicidio di Sara Campanella, la studentessa universitaria di 22 anni uccisa nel tardo pomeriggio di lunedì 31 aprile a Messina.
Si tratta di un giovane di 27 anni, collega della vittima, fermato nella notte dai carabinieri del Comando provinciale di Messina, che hanno così eseguito il decreto di fermo emesso dalla Procura peloritana.
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Campanella era originaria di Misilmeri, in provincia di Palermo, e frequentava il corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedico: secondo gli inquirenti ad aggredirla in viale Gazzi, davanti a una fermata degli autobus, sarebbe stato Stefano Argentino, come Sara studente nella stessa facoltà.
“L’indagato avrebbe seguito la giovane studentessa nei pressi del Policlinico per poi percorrere insieme a lei un breve tratto di strada – spiega in un comunicato della procura di Messina – arrivati nei pressi del distributore di benzina, verosimilmente dopo una discussione, il giovane avrebbe accoltellato la vittima per poi allontanarsi velocemente”
Secondo alcune testimonianze dopo la fine della relazione i rapporti tra Sara e il collega si erano fatti complicati. “Sara aveva paura di essere seguita da lui — racconta all’edizione palermitana di Repubblica una studentessa davanti al pronto soccorso di Messina -Mi risulta che poco dopo essere uscita dal Policlinico, per la lezione del pomeriggio, aveva mandato un vocale a un’amica. Per dirle del suo pesante sospetto: ‘Sono sicura che lui mi sta seguendo’”.
Un secondo testimone riferisce che Sara è stata affrontata dal suo killer nei pressi della fermata dell’autobus di viale Gazzi: “Ho visto una discussione animata – racconta -. Ho visto quel giovane che scappava, ho provato a inseguirlo per qualche metro”.
Sara Campanella dopo l’aggressione è stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso del Policlinico, dove è morta poco dopo il suo arrivo. Contemporaneamente scattavano le ricerche da parte dei carabinieri di Argentino, anche in base alle testimonianze raccolte subito dopo l’accoltellamento della giovane studentessa: una “caccia” durata tutta la notte, fino all’individuazione del principale sospettato per il femminicidio di Sara presso un’abitazione del suo paese, Noto, in provincia di Siracusa. Argentino è stato quindi condotto presso la Compagnia Carabinieri di Messina Sud dove è stato sottoposto a decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura per omicidio.
“C’erano state delle attenzioni da parte di questo giovane, anche in maniera insistente“, ha spiegato in una conferenza stampa tenuta martedì mattina il procuratore capo di Messina Antonio D’Amato, “che non avevano destato attenzione da parte della vittima”. “Queste attenzioni, che duravano da un paio d’anni, le davano fastidio”, ha aggiunto il magistrato. Sara, però, non aveva denunciato, fino al tragico epilogo di lunedì pomeriggio con le due coltellate mortali che l’hanno raggiunta al collo e alla scapola.