Anime e ChatGPT
Cos’è lo Studio Ghibli: il colosso dell’animazione giapponese di Hayao Miyazaki, dagli esordi all’Oscar alla febbre AI
Fondato nel 1985. "Facciamo un film. Se è un flop, finisce lì". Un successo globale, due premi Oscar, la sbornia social a causa dell'intelligenza artificiale. L'ultimo film di Miyazaki è "Il ragazzo e l'airone"
Cultura - di Redazione Web

Non c’è stato quasi nient’altro per una manciata di giorni sui social: immagini, disegni, fotografie, locandine, scene di film riprodotte nello stile dello studio Ghibli, la casa di produzione di animazione giapponese fondata dal disegnatore e regista Premio Oscar Hayao Miyazaki. Sbornia che ha innescato un nuovo dibattito sulle possibilità dei software di Intelligenza Artificiale ma cui nessuno si è risparmiato senza troppi interrogativi sui diritti d’autore. Sbornia che sembra essere finita da ieri, da quando compare il messaggio: “Non sono in grado di elaborare questa richiesta poiché viola le nostre policy sui contenuti. Sentiti libero di inviare un nuovo prompt e sarò felice di aiutarti”.
Quando si è scatenato il caso, e tutti sono impazziti a generare immagini nello stile Ghibli, era riemerso un vecchio video di Miyazaki in cui il regista commentava come fosse “assolutamente disgustato” da un’animazione prodotta con un programma di intelligenza artificiale. Era un contenuto risalente al 2016. Da oggi almeno non sembra più possibile riprodurre immagini con quello stile: magari, ma forse siamo troppo ottimisti, qualcuno dei milioni di persone che senza conoscere hanno generato immagini, si chiederà cosa mai sarà questo studio Ghibli, e cos’avrà mai realizzato per diventare una realtà mondiale così importante.
Cos’è lo Studio Ghibli
Era il 1985 quando sull’onda di Nausicaa della Valle del Vento venne creato lo studio Ghibli: a fondarlo Tokuma Shotem con Isao Takahata e Miyazaki, per l’appunto. Gli ultimi due si erano incontrati alla Toei Animation, uno studio di produzione che si occupava di film d’animazione per il cinema e cartoni animati per la tv. Delusi dalle prospettive della televisione, decisero di avviare un proprio studio. “Facciamo un film. Se viene bene, ne facciamo un altro. Se è un flop, allora finisce lì …”. La sede dello studio si trovava alla periferia di Tokyo, in uno stabile a Kichijoji. Quasi un milione di persone andarono a vedere Nausicaa della Valle del Vento. Il nome “Ghibli” si ispirava a quello di un vento caldo del deserto proveniente dal Sahara e degli aerei di ricognizione italiani durante la II Guerra Mondiale.
Con Il mio vicino Totoro e La tomba delle lucciole, lo studio confermò il suo stile e le sue ambizioni e cominciò a essere noto all’industria cinematografica. Con Kiki Consegne a domicilio e Only Yesterday venne inaugurata una nuova fase, con lo studio che si strutturava sempre più. Quando uscì Porco Rosso, che fu un successo enorme, lo studio si trasferì a Koganei, sempre a Tokyo, in uno spazio di circa 1.100 metri quadri. Princess Mononoke, del 1997, ha incassato oltre 19,3 miliardi yen, un progetto di ambito storico diventato argomento di conversazione quotidiana in Giappone. La storia di Ghibli non è esente da tragedie: a soli 47 anni, nel 1998, è morto Kondou Yoshifumi, regista di Whisper of the Heart, che a lungo aveva lavorato con Takahata e Miyazaki.
Il successo mondiale dello Studio Ghibli
Disney, in quegli stessi anni, si propose come partner commerciale per distribuire tutti i film dello studio Ghibli nel mondo. La Città Incantata, uscito nel 2001, è il capolavoro di Miyazaki che batte il record di spettatori di Titanic, vinse l’Orso d’Oro per il Miglior Film al Festival di Berlino e l’Oscar per il miglior film d’animazione. Lo stesso anno ha aperto a Mitaka il Museo d’Arte Ghibli. Del 2023 l’ultimo film di Miyazaki, che nel 2016 tornò sui passi dell’annunciato ritiro dopo Si alza il vento: Il ragazzo e l’airone ha avuto una gestazione di sette anni, ha incassato circa 300 milioni di dollari al botteghino, ha vinto premi come l’Oscar, il Golden Globe e il BAFTA al miglior film d’animazione.
La tendenza inarrestabile e senza scrupoli delle immagini in stile Ghibli era scoppiata martedì 25 marzo, appena dopo il lancio di un nuovo aggiornamento di Chat GPT che permetteva di caricare fotografie per modificarle. “Mi scuso per l’inconveniente – un altro dei messaggi apparsi dopo la sbornia Ghibli – Le linee guida e le politiche sui contenuti sono state aggiornate per garantire un uso sicuro e responsabile della piattaforma. Ciò può significare che alcune richieste che in passato erano accettabili ora potrebbero non esserlo più. Spero che tu possa comprendere. Se hai un altro tipo di richiesta che rispetta le politiche, sarò felice di aiutarti!”. OpenAI non ha rilasciato comunicazioni ufficiali, sembra abbia tuttavia modificato le sue policy.