La catastrofe

Terremoto in Myanmar, l’ecatombe che ha sconvolto il Paese: più di mille morti, ma la giunta militare continua l’offensiva contro i “ribelli”

Esteri - di Redazione

29 Marzo 2025 alle 09:23

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Terremoto in Myanmar, l’ecatombe che ha sconvolto il Paese: più di mille morti, ma la giunta militare continua l’offensiva contro i “ribelli”

Le vittime del terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar e gran parte del Sud-Est asiatico, compresa la vicina Thailandia, potrebbero essere più di 10mila.

La stima è quella di funzionari Usa citati dalla Cnn, ma non si discosta da quella presentata da altri esperti dopo il potente sisma che si è verificato nella giornata di venerdì, alle 6:20 italiane (le 12:50 locali), quando la terra ha tremato per la prima volta nei pressi di Sagaing, a una ventina di chilometri da Mandalay, la seconda città più grande del Myanmar.

Secondo quanto ha rilevato l’istituto geosismico statunitense, Usgs, nel Myanmar nelle ultime 24 ore si sono susseguite almeno dieci-undici scosse minori di terremoto, con magnitudo fra 4.1 e 4.5.

Al momento il bilancio delle vittime “ufficiali” supera quota mille nell’ex Birmania, ma sono una decina nella vicina Thailandia. Imprecisato il numero di dispersi, oltre 2mila quello dei feriti.

Una strage che ha spinto la giunta militare che guida il Myanmar, notoriamente chiusa verso l’esterno, a lanciare un appello urgente alla comunità internazionale perché intervenga con aiuti umanitari.

La faglia di Saigang

Ma cosa può aver provocato un sisma di questa portata? I terremoti sono piuttosto frequenti in Myanmar: tra il 1930 e il 1956 ne furono registrati sei di magnitudo sette o superiore proprio nei pressi della faglia di Sagaing che attraversa il centro del Paese da nord a sud. Di magnitudo 6.8 della scala Richter quello del 2016 che aveva fatto tremare l’antica capitale Baan, stessa magnitudo 6.8 anche nel novembre 2012, quando un terremoto ha colpito il centro del Paese.

Le due potenti scosse di magnitudo 7.7 e 6.4 registrate venerdì, 300 volte più forti di quelle di Amatrice che sconvolse il Centro Italia, tirano ancora una volta in ballo la faglia di Saigang: lungo questa linea, che collega da nord a sud la città di Mytkyna con il Mare delle Andamane, sorgono i principali centri urbani dell’ex Birmania. “Più grande è l’area della faglia, più forte è il terremoto. Non a caso ci sono stati sei terremoti di magnitudo 7 o superiore in questa regione nell’ultimo secolo”, spiega Rebecca Bell, esperta di Tettonica all’Imperial College di Londra.

Sentito da Repubblica Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sottolinea come un terremoto che provoca danni a oltre mille chilometri di distanza dall’epicentro “non è spiegabile, a meno che non si ipotizzi un fenomeno di amplificazione locale. E in effetti Bangkok è costruita su giacimenti alluvionali in prossimità della riva del mare. Un contesto geologico che può aver amplificato una scossa arrivata da così lontano”.

La repressione della giunta militare

Il terremoto e le conseguenze drammatiche del sisma però non fermano la repressione interna. La giunta militare ha infatti continuano i suoi raid contro i “ribelli”: nella giornata di venerdì sono stati effettuati tre attacchi aerei nello stato settentrionale di Kayin e in quello meridionale di Shan, entrambi confinanti con lo stato di Mandalay epicentro del sisma. A denunciarlo è stato Dave Eubank, ex soldato delle forze speciali statunitensi che ha fondato i Free Burma Rangers, un’organizzazione umanitaria che fornisce assistenza sia ai combattenti che ai civili in Myanmar dagli anni ’90.

Eubank ha detto ad Associated Press che nella zona in cui opera, la maggior parte dei villaggi erano già stati distrutti dai militari, quindi il terremoto ha avuto un impatto minimo. “La gente è nella giungla e io ero fuori nella giungla quando il terremoto ha colpito. È stato potente, ma gli alberi si sono solo mossi, per noi è finita lì, quindi non abbiamo avuto un impatto diretto a parte il fatto che l’esercito birmano continua ad attaccare, anche dopo il terremoto“, ha raccontato Eubank.

Nel nord dello Shan un attacco aereo su un villaggio controllato dai ribelli pochi minuti dopo il terremoto ha ucciso sette membri della milizia e danneggiato cinque edifici, tra cui una scuola, ha detto ad Ap Mai Rukow, editore di un media online con sede nello Shan, l’agenzia di stampa Shwe Phee Myay

di: Redazione - 29 Marzo 2025

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