Le rivelazioni

Chat sugli attacchi Usa contro gli Houti, l’Atlantic smentisce Trump e soci: “Ecco i piani d’attacco segreti condivisi”

Esteri - di Carmine Di Niro

26 Marzo 2025 alle 15:58

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Chat sugli attacchi Usa contro gli Houti, l’Atlantic smentisce Trump e soci: “Ecco i piani d’attacco segreti condivisi”

Non sorprenderà visto i personaggi coinvolti ma Donald Trump, la Casa Bianca, il Pentagono, quest’ultimo tramite il segretario alla Difesa Pete Hegseth, la direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard, hanno clamorosamente mentito sul caso della chat “Houthi PC small group”, il gruppo creato sull’app Signal in cui per errore era stato aggiunto il direttore della rivista The Atlantic Jeffrey Goldberg.

Invitato per sbaglio dal consigliere della sicurezza nazionale Michael Waltz, Goldberg aveva potuto liberamente leggere gli scambi tra lo stesso Hegseth e il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance avvenuti due ore prima degli attacchi statunitensi del 15 marzo scorso in Yemen contro i ribelli Houti, il gruppo terroristico filo-iraniano.

Dopo l’emergere del caso lunedì 24 marzo, con un primo articolo a firma Goldberg, sia Trump ma in coro i big della sua amministrazione era corsi non solo a difendere Hegseth e Waltz, ma soprattutto a sottolineare che nelle chat non vi erano messaggi contenenti “informazioni classificate”, scagliandosi dunque contro le presunte “fake news” dell’Atlantic e accusando la rivista di voler montare una “bufala sensazionalistica“.

Di fronte a questo ribaltamento di fronte, Goldberg ha risposto pubblicando un secondo articolo sulla rivista in cui sono contenuti screenshot e trascrizioni dei messaggi letti mentre era nella chat Signal.

Il risultato è che due ore prima del raid in Yemen il direttore dell’Atlantic può liberamente leggere dei piani di attacco, sulla carta segreti, rivelati nero su bianco dal capo del Pentagono.

Sono infatti le 11:44 di quel 15 marzo quando Hegseth scrive: “Confermo che CENTCOM (il comando centrale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, ndr) dà il GO (il via libera, ndr) alla missione di lancio”, per poi aggiungere che alle “Ore 12:15: lancio degli F18” e che alle 13:45 è previsto un lancio di droni con “obiettivo: un terrorista nella nota posizione”.

Come sottolinea Goldberg, grazie all’errore clamoroso di Waltz, che lo inserisce per errore nella chat, un privato cittadino può venire a conoscenza con 31 minuti di anticipo dei piani di attacco militare del Paese in Yemen: il capo della rivista ha facile gioco a ricordare come “le conseguenze per i piloti statunitensi potevano essere catastrofiche” se nella chat per errore fosse stato inserito un personaggio ostile agli interessi americani.

Chat che avevano anche generato l’ennesimo incidente diplomatico tra Washington e Bruxelles. Nella conversazione su Signal infatti il vicepresidente Vance e il segretario alla Difesa Hegseth si lasciano andare a giudizi che, per usare un eufemismo, non erano affatto lusinghieri dello storico alleato europeo.

Odio soltanto dover salvare di nuovo l’Europa”, aveva scritto Vance parlando dell’attacco Usa contro i ribelli Houti, offensiva decisa per mettere in sicurezza le rotte commerciali nel mar Rosso e nel golfo di Aden.

Condivido il tuo disgusto per l’Europa che se ne approfitta gratis – gli aveva risposto Hegseth – È patetico. Ma Mike (Waltz, ndr) ha ragione, siamo gli unici al mondo che possono farlo. La questione è il tempismo”.

Parole confermate da Trump, che ci ha messo il suo carico parlando degli europei come di “parassiti” e chiarendo per l’ennesima volta la scelta di campo fatta dalla sua amministrazione.

26 Marzo 2025

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