La dipendenza e la comunità

Piero Villaggio: “Quando mio padre Paolo riuscì a portarmi a San Patrignano, mi chiamano tutti ‘il figlio di Fantozzi'”

Il figlio del geniale artista scomparso nel 2017: "Gli riconosco di non essersi vergognato di me, di non avermi nascosto. Per alcuni, anzi, si è esposto fin troppo"

Spettacoli - di Redazione Web

24 Marzo 2025 alle 12:40

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foto Stefano Colarieti / LaPresse soettacolo Roma, Auditorium, 10 edizione Festa del Cinema Di Roma photocall cast ‘Fantozzi’ nella foto: Paolo Villaggio con il figlio Piero ph Stefano Colarieti /LaPresse entertainment Roma, Auditorium Parco della Musica, 10th Festa del Cinema Di Roma photocell for ‘Fantozzi’ in the picture: Paolo Villaggio, with Piero Villaggio
foto Stefano Colarieti / LaPresse soettacolo Roma, Auditorium, 10 edizione Festa del Cinema Di Roma photocall cast ‘Fantozzi’ nella foto: Paolo Villaggio con il figlio Piero ph Stefano Colarieti /LaPresse entertainment Roma, Auditorium Parco della Musica, 10th Festa del Cinema Di Roma photocell for ‘Fantozzi’ in the picture: Paolo Villaggio, with Piero Villaggio

Piero Villaggio si dice molto orgoglioso del padre Paolo. Non soltanto per la sua carriera cinematografica, nel mondo dello spettacolo, ma anche per come ha trattato la sua dipendenza dalla droga. “Gli riconosco di non essersi vergognato di me, di non avermi nascosto. Per alcuni, anzi, si è esposto fin troppo”, ha raccontato in un’intervista a Il Corriere della Sera. Anche lui è sempre stato associato al personaggio più noto partorito dal genio del padre. “Mi hanno sempre chiamato tutti il figlio di Fantozzi”.

Conosciuto come Piero, Pierfrancesco Villaggio ha 62 anni. È il secondo figlio dell’artista poliedrico, arrivato dopo Elisabetta. È sposato con l’hair stylist per il cinema Elisabetta De Bernardis. “Forse gli rimprovero di avermi viziato, anche se ai tempi mi guardavo bene dal protestare – ha ricordato – Crescendo, i regali sono diventati più grandi. Se gli chiedevo una macchina, mica un libro, lui me la comprava subito”.

Ha raccontato che il padre riuscì a portarlo nella comunità di San Patrignano, fondata da Vincenzo Muccioli, con “un’interpretazione da Oscar”. Ovvero: “Io vivevo a Los Angeles. Ero già entrato e uscito da due cliniche di disintossicazione in Svizzera e da altrettante in California. Venne a prendermi con mia madre, per tornare in Italia, e al rientro ci fermammo a Parigi. Poi da lì andammo a Venezia, dove mi portò a mangiare all’Harry’s Bar, che adoravo. Dopodiché noleggiò un’auto, e questo avrebbe dovuto insospettirmi. Quando arrivammo in comunità mi arrabbiai molto. Però ho scelto io di restare”.

A San Patrignano, Villaggio ci è rimasto per tre anni. “Se devo fare un bilancio, alla fine è stata un’esperienza positiva perché io ne sono uscito. Pur non essendo sempre d’accordo con i suoi metodi, Muccioli ha dato una risposta a tante famiglie. All’entrata della comunità c’era un gabbiotto dove sostavano mamme disperate che volevano far entrare i figli”. Per overdose, nel 1983, morì in casa la fidanzata di allora di Villaggio, Maria Beatrice Ferri.

24 Marzo 2025

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