Il caso

Se la stampa fa più paura della mafia…

I due magistrati nelle scorse settimane sono stati minacciati da esponenti dei clan coinvolti nella maxi inchiesta “Hydra” sull’alleanza delle tre mafie.

Giustizia - di Paolo Comi

11 Marzo 2025 alle 18:30

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Photo credits: Canio Romaniello/Imagoeconomica
Photo credits: Canio Romaniello/Imagoeconomica

Le pratiche a “tutela” si aprono solo contro i giornalisti che scrivono articoli non graditi e non invece se un magistrato viene minacciato di morte dai mafiosi o dagli ‘ndranghetisti. Pare essere questa la linea di condotta del Consiglio superiore della magistratura che ha deciso di archiviare la richiesta di aprire una pratica a tutela nei confronti di Marcello Viola, procuratore di Milano, e Alessandra Cerretti, pm della locale Direzione distrettuale antimafia.

I due magistrati nelle scorse settimane sono stati minacciati da esponenti dei clan coinvolti nella maxi inchiesta “Hydra” sull’alleanza delle tre mafie. I carabinieri hanno anche rinvenuto un arsenale che, secondo i primi accertamenti, doveva essere utilizzato proprio per far saltare in aria Viola e Cerretti. La richiesta di apertura pratica, presentata dai laici di centrodestra e dai togati di Magistratura indipendente, oltre al pm Roberto Fontana, è stata ritenuta insussistente in quanto la possibilità di essere ucciso per un magistrato è insita nel ruolo. Di diverso avviso, come detto, il Csm nei confronti dei magistrati il cui operato è stato criticato sui giornali. Fra i casi più noti quello del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, che ha chiesto al Csm di aprire una pratica a tutela dei magistrati della sua città contro il quotidiano Il Riformista che all’epoca ha raccontato le “stranezze” del Palamaragate. Ad esempio, il funzionamento a singhiozzo del trojan nel cellulare di Luca Palamara in occasione della cena che ebbe con l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone ed altri alti magistrati. Cena il cui piatto forte, molto probabilmente, fu la nomina del nuovo procuratore della Capitale.

Anche il procuratore di Firenze, Filippo Spiezia, per un articolo questa volta del Foglio che definiva il suo ufficio la “trottola impazzita della giustizia italiana” per “le sue inchieste show“, ha chiesto al Csm di aprire una pratica a tutela del proprio ufficio. L’articolo, scrisse Spiezia, “ha arrecato grave lesione al prestigio della Procura di Firenze”. Il Foglio, va detto, ha fatto anche il bis. Sotto la lente del Csm è finito infatti un altro articolo dal titolo “La procura di Firenze perde i suoi pm d’assalto. Grazie anche al Csm”. Il quotidiano diretto da Claudio Cerasa si riferiva al procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, promosso alla guida della Procura di Prato. Con lui, si poteva leggere nel pezzo, “se ne va un pezzo di storia della giustizia fiorentina, quella più recente e complottista”. L’articolo citava quindi le indagini (definite “più surreali degli ultimi decenni”) nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, accusati di essere i mandanti esterni delle stragi di Cosa nostra del 1993.

Se il Csm è restio nel dare “tutela” ai magistrati minacciati dalla mafia, lo stesso si può dire per l’Anm. Tornando a Viola e Cerretti sono trascorsi diversi giorni prima che il potente sindacato togato si decidesse a spendere una parola di vicinanza. Tutto un altro scenario, ovviamente, nel caso degli articoli in questione. “Viva preoccupazione” per “l’escalation di violenti attacchi di cui è fatto quotidianamente oggetto l’ordine giudiziario da parte di certi mezzi di informazione”, erano state le parole della giunta esecutiva toscana dell’Anm a proposito dei pezzi del Foglio.

Da Palazzo Bachelet fanno sapere comunque che il Csm può intervenire a tutela di magistrati solo nel caso in cui abbiano subito “comportamenti lesivi del prestigio e dell’indipendente esercizio della giurisdizione tali da determinare un turbamento al regolare svolgimento o alla credibilità della funzione giudiziaria”. L’apertura di un pratica , dunque, serve a tutelare il magistrato che si sente leso o inibito nello svolgimento delle sue funzioni da parte della politica o dei media. Della serie, fa più paura la penna o un post su tik tok di Matteo Salvini che il tritolo.

11 Marzo 2025

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