Nel Padovano
Ucciso e nascosto in un armadio dentro due sacchi, giallo sulla morte di Franco Bergamin: il convivente sparito nel nulla

Il corpo era nascosto in un armadio, quest’ultimo buttato in ripostiglio la cui porta era stata sigillata con lo scotch. È lì che i carabinieri mercoledì 5 marzo hanno rinvenuto il cadavere di Franco Bernardo Bergamin, 80 anni, chiuso nella sua abitazione al civico 4 di via Papa Giovanni XXIII a Limena, paesino della provincia di Padova.
L’ex operaio di Piazzolla del Brenta, secondo quanto riferiscono i quotidiani locali, presentava segni di colpi alla testa, aveva le caviglie strette da due fascette, ed era chiuso in due sacchi neri dell’immondizia. Nella stanza vi erano inoltre numerose boccette di profumo aperte, probabilmente per nascondere l’odore della decomposizione.
Il ritrovamento dell’anziano, trovato morto con soltanto un paio di calzini e dei pantaloni della tuta addosso, si deve all’allarme lanciato dai parenti più prossimi alla vittima, che non riuscivano a mettersi in contatto con l’anziano. Quando i carabinieri si sono recati presso la sua abitazione hanno trovato un quadro inquietante, con la presenza di numerose boccette di profumo sparse per casa con l’obiettivo di mascherare l’odore del cadavere in decomposizione. L’ipotesi è infatti che Bergamin fosse morto da un paio di settimane.
Dopo il ritrovamento sono scattate le indagini. Al momento le attenzioni degli inquirenti, le indagini sono delegate ai carabinieri del Reparto operativo, sono concentrate su un uomo di 45 anni che negli ultimi mesi viveva in casa dell’anziano e che ha fatto perdere le sue tracce.
Bergamini da diversi anni, riferisce La Stampa, ospitava in casa quell’uomo di origini triestine che la sorella della vittima conosceva semplicemente come “Alessio”: non sono al momento chiari i rapporti tra i due, tra chi sostiene che l’uomo pagasse un affitto all’80enne ex operaio originario di Piazzola sul Brenta e chi al contrario sottolinea che l’anziano lo ospitasse gratuitamente.