La clip shock
Trump e il video della “sua Gaza”: tra Musk, statue d’oro, grattacieli e spiagge bianche mancano solo i palestinesi

Un video generato dall’intelligenza artificiale che mostra la “Trump Gaza”, quello che idealmente dovrebbe essere il futuro della Striscia se il progetto di farne una “Riviera nel Mediterraneo” andasse veramente in porto.
È quello condiviso sul social Truth da Donald Trump: il filmato di 33 secondi si apre mostrando Gaza dopo un anno e quattro mesi di bombardamenti israeliani e come dovrebbe essere nel futuro prossimo se venisse realizzato il progetto del presidente Usa, ovviamente non esistente su carta, di trasformarla in una “Riviera” sotto il controllo americano, deportando gli oltre due milioni di gazawi che vivono nell’enclave palestinese.
La clip pubblicata da Trump raffigura dunque una moderna Striscia di Gaza con passeggiate, grattacieli e spiagge scintillanti, ma anche una enorme statua dorata dello stesso Trump. Nel video si vedono poi delle donne ballare (ma si tratta di donne barbute con una fascia verde in testa, il colore di Hamas) mentre dal cielo piovono banconote da un dollaro e un sosia dell’onnipresente Elon Musk ride e mangia un piatto di hummus. Quindi ricompare Trump, che balla con una ragazza vestita in modo succinto e, alla fine, si rilassa con un drink a bordo piscina del resort “Trump Gaza” con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
( @realDonaldTrump – Truth Social Post )
( Donald J. Trump – Feb 25, 2025, 11:51 PM ET ) pic.twitter.com/GwGJ3kcp7h— Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) February 26, 2025
E i palestinesi? Ovviamente assenti nel filmato: d’altra parte Donald Trump non ha mai nascosto la totale mancanza di interesse per le sorti dei gazawi, giocando di sponda con Netanyahu e con l’estrema destra messianica israeliana, che avanza le sue mire non solo sulla Striscia ma anche e soprattutto sulla Cisgiordania, la “Giudea e Samaria” da conquistare per portare a termine la realizzazione del “Grande Israele”.
Un video-spot che di fatto prova a riportare al centro dell’attenzione pubblica mondiale un’idea non solo irrealizzabile, perché comporterebbe una serie di violazioni evidenti del diritto internazionale con l’espulsione forzata dei palestinesi, ma che a livello “logistico” è stato già cassato dai principali Paesi dell’area mediorientale che dovrebbero ospitare i gazawi, dall’Egitto alla Giordania, passando per Arabia Saudita e Qatar.