La polemica
Galimberti: “Troppi bambini autistici e dislessici, colpa dei genitori: la scuola sembra una clinica psichiatrica”
Le parole che hanno scatenato la bufera: "Pur di far fare un percorso facilitato, si fanno fare una bella ricetta dal medico. Ai genitori interessa questo, è la strada dell'ignoranza"
News - di Redazione Web

Scatenano un polverone le parole del filosofo e psicanalista Umberto Galimberti che a un evento sulla scuola organizzato da Confartigianato Vicenza ha parlato dell’aumento esponenziale delle certificazioni dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e delle diagnosi per Disturbo dello Spettro Autistico: ha fatto un raffronto con la scuola di quando lui era uno studente, ha addossato parte importante della colpa ai genitori dei ragazzi, si è concentrato più sulla valutazione che sulla formazione, ha parlato degli insegnanti di sostegno.
“La scuola elementare sembra che sia diventata una clinica psichiatrica, sono tutti discalculici, disgrafici, dislessici, asperger, autistici, ma chi l’ha detto? Ai tempi miei non c’erano queste condizioni, c’era uno che era più bravo e quell’altro un po’ meno bravo che poi si esercitava e diventava bravo. Perché patologizzare tutte le insufficienze?”, ha dichiarato Galimberti. “Pur di far fare un percorso facilitato, si fanno fare una bella ricetta dal medico. Ai genitori interessa questo, non la formazione, è vergognoso. È la strada dell’ignoranza. Un’insegnante cosa può fare di fronte a un certificato medico?”.
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Un intervento affilato, dai toni indignati, che attraversa una serie di situazioni della disabilità e dei disturbi di apprendimento a scuola, con diversi passaggi discutibili. “Calma con la patologia. Se no mettiamo al mondo solo dei ragazzi handicappati dal punto di vista psichiatrico? Insegnanti di sostegno? Ma stiamo scherzando? Gli insegnanti di sostegno, oltre a dover essere preparati e non semplicemente essere i residuali di coloro che non hanno avuto una cattedra e che non sanno niente delle patologie dei ragazzi, dovrebbero essere dati a chi ha veri problemi psicologici e non ai dislessici”.
Quest’ultima considerazione è quella che è più attaccabile, delle dichiarazioni di Galimberti: i bambini e i ragazzi con DSA non hanno l’insegnante di sostegno. La maggior parte dei commenti ricorda come in passato non è che non esistessero determinati disturbi e patologie ma che semplicemente erano ignorati o non erano conosciuti. “Ma le diagnosi mica le fanno i genitori. Ci sono degli specialisti da cui i bambini vengono mandati e spetta loro valutare se effettivamente rientrano in certi quadri o meno”, fa notare un utente. “Le neurodivergenze esistono. Il cervello funziona benissimo ma in maniera diversa. È la scuola che è oramai anacronistica”.
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E ancora un altro: “È un insulto all’impegno che le famiglie fanno quotidianamente tra visite, incontri con gli insegnanti e test vari, e agli insegnanti che come me danno il massimo ogni giorno”. Durissimo il commento di una madre: “Complimenti a questo signore, che ha riassunto le problematiche di una disortografia, dislessia e discalculia con una ricetta dal medico. A saperlo prima! Invece di farmi giorni e giorni di day hospital in ospedale, test su test e colloqui con neuropsichiatri, psicologi e logopedisti … mannaggia!”, ha continuato con sarcasmo. “Peccato però che mio figlio non ha scelto di avere un disturbo dell’apprendimento o dell’attenzione”.
Non manca chi difende le parole di Galimberti: “Verissimo: sta un po’ finendo come con i finti invalidi”, scrive uno. “La scuola ormai è un manicomio …”, risponde un altro. “Finalmente! Il coraggio di dire le cose scomode ma sacrosante!”, aggiunge un altro ancora. “Oggi si guardano altre cose: la corsa al programma didattico, test, screening di ogni genere, prove per capacità cognitive e linguistiche… sembra davvero una clinica la scuola!”, lamenta un altro utente. Il tono del dibattito evidenzia la mancanza di informazioni, anche basilari, sul mondo della disabilità e dei disturbi dell’apprendimento a scuola e nella società.