Inchiesta a Milano
Crosetto e la truffa con la sua voce contraffatta: soldi per “liberare ostaggi”, nel mirino il gotha dell’imprenditoria

C’era il gotha della finanza e dell’imprenditoria italiana nel mirino dei truffatori che, utilizzando la voce del ministro della Difesa Guido Crosetto, ricostruita con un software informatico, sono riusciti a far mettere mano al portafogli delle loro vittime.
Ad oggi il numero dei truffati, o di coloro presi di mira ma che non hanno poi abboccato cadendo nella rete, non è ancora noto: tra le persone coinvolte però, come scrive il Corriere della Sera, ci sono imprenditori come Giorgio Armani, Marco Tronchetti Provera, l’amministratore delegato di Tod’s Diego Della Valle, Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo e le famiglie Aleotti, Beretta, Caltagirone, come rivelato dal quotidiano milanese.
Unico a parlare ai media della vicenda è stato Massimo Moratti, imprenditore e storico presidente dell’Inter: “Questi sono bravi, nel senso che sembrava assolutamente tutto vero. Comunque può capitare, poi certo uno non se l’aspetta una roba di questo genere. Ma succede a tutti…”, ha detto a Repubblica, a cui non ha confermato di essere il truffato che ha sborsato un milione di euro ai truffatori. “Hanno contattato anche me. Preferirei non raccontare altro, vediamo come va avanti l’inchiesta. Al momento preferisco stare tranquillo. Ho fatto denuncia, certo”, le sue parole.
L’inchiesta, aperta aperta dalla procura di Milano guidata da Marcello Viola, mira a individuare truffatori e truffati: la denuncia di Moratti è ora sul tavolo del pm Giovanni Tarzia, che coordina il lavoro dei carabinieri. Sempre Repubblica sottolinea che altre due denunce sono state formalizzate da parte della famiglia Aliotti del gruppo Menarini e la famiglia Beretta.
Ma come agiva il gruppo di truffatori? Gli episodi sono recentissimi, risalgono al 4 febbraio scorso. Gli imprenditori finiti nel mirino venivano contattati da quello che in apparenza era lo staff del ministro della Difesa Guido Crosetto, almeno una volta con la voce contraffatta e ricostruita con un software informatico dello stesso ministro e fondatore di Fratelli d’Italia.
Alle sue vittime il finto Crosetto, o il suo staff, chiedeva di fare un consistente bonifico su un conto di Hong Kong: la ragione era quella di un contributo nel pagare, col massimo riserbo, il riscatto necessario a liberare giornalisti italiani presi in ostaggio in qualche parte del mondo. Il tutto con la promessa di un successivo rimborso da parte della Banca d’Italia.
Lo stesso ministro Crosetto aveva denunciato la vicenda “assurda” con un lungo post sui social: “Inizia martedì (4 febbraio, ndr) con la chiamata di un amico che mi chiede perché la mia Segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare. Gli dico che era assurdo e che era impossibile. Verifico e mi confermano che nessuno lo ha cercato”. Dopo aver archiviato la questione, un’ora dopo viene contattato da un altro imprenditore che dice di essere stato chiamato dal ministro stesso e da un generale, e di aver “effettuato un bonifico molto elevato ad un conto che gli era stato dato”.
Uso questo mezzo per dare pubblicità ad una grave truffa in corso.
Un’assurda vicenda che inizia martedì con la chiamata di un amico, grande imprenditore, che mi chiede perché la mia Segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare. Gli dico che era assurdo, avendolo…— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) February 6, 2025
A questo punto è automatico l’avviso ai carabinieri, che però non evita che la situazione si ripresenti la sera successiva. La vittima, questa volta, è contattata da un finto Giovanni Montalbano, funzionario dei via XX Settembre. E poi ancora giovedì 6 febbraio, per altre due volte con altrettanti imprenditori contattati a nome di Crosetto in persona: “Preferisco rendere pubblici i fatti perché nessuno corra il rischio di cadere nella trappola”.