Scandalo dossier-superprocura

Il dossieraggio di Fatto Quotidiano e Domani contro Crosetto: se questo è “giornalismo d’inchiesta”

Giustizia - di Paolo Comi

8 Agosto 2023 alle 14:30

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Il dossieraggio di Fatto Quotidiano e Domani contro Crosetto: se questo è “giornalismo d’inchiesta”

Da “giornalismo d’inchiesta” a “dossieraggio” il passo è breve. Il procedimento della Procura di Perugia, che vede indagato per “accesso abusivo a sistema telematico o banca dati” l’ex maresciallo della guardia di finanza Pasquale Striano, in servizio presso la Direzione nazionale antimafia, ha messo ancora una volta in evidenza il rapporto quanto mai opaco che esiste fra alcuni giornalisti e uomini delle Istituzioni per veicolare all’esterno informazioni riservate che hanno il solo scopo di screditare l’avversario di turno.
I fatti sono noti. Lo scorso ottobre, dopo la formazione del governo Meloni, Il Domani ed Il Fatto Quotidiano avevano messo nel mirino il ministro della Difesa Guido Crosetto, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, ipotizzando dei conflitti di interessi fra il suo nuovo incarico e la precedente attività professionale. Vennero pubblicate per giorni le sue dichiarazioni dei redditi e i compensi percepiti come presidente dell’AIAD, l’Associazione che riunisce le aziende produttrici di armi, e da Leonardo.
Il Domani non si limitò però ai redditi, pubblicando anche dati contenuti in alcune segnalazioni di operazioni sospette (Sos) a suo nome in quel momento riservate e nella disponibilità esclusivamente dell’Antiriciclaggio della Banca d’Italia, delle procure distrettuali, e dei reparti speciali della guardia di finanza.

Crosetto presentò allora denuncia alla Procura di Roma che iniziò ad indagare ‘a ritroso’, andando a vedere chi aveva effettuato alla banca dati, dove resta traccia, l’interrogazione con il suo nome. Gli accertamenti permisero di scoprire che era stato Striano il quale nell’ultimo periodo, oltre a Crosetto, aveva effettuato centinaia di altri accessi alla banca dati con la scusa di una non meglio precisata attività “info-investigativa” pur essendo la Dna un ufficio di coordinamento che non svolge indagini in prima battuta.
Ulteriori accertamenti avevano poi permesso di scoprire che Striano si era incontrato con Giovanni Tizian, il giornalista autore dello scoop su Il Domani, proprio nei giorni in cui avveniva la pubblicazione dei pezzi incriminati. Il fascicolo da Roma veniva quindi trasmesso a Perugia per verificare le eventuali responsabilità di magistrati in servizio alla Dna. Nel frattempo, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo avviava una stretta su questo tipo di accertamenti e il comandante della guardia di finanza Andrea De Gennaro una ricognizione sul personale dipendente che abitualmente accede alle banche dati riservate.

Striano, che non ha potuto quindi negare di aver fatto tali accertamenti, aveva provato a giustificarsi, in modo poco credibile, sostenendo di essersi ‘insospettito’ su Crosetto perché in rapporti con soggetti sensibili. Tesi smentita totalmente in quanto si trattava di persone incensurate.
Per quale motivo, dunque, un ex sottufficiale delle fiamme gialle poi promosso per meriti ufficiale, a meno che non si tratti di un esaltato, avrebbe dovuto mettere a repentaglio la propria carriera passando notizie riservate ad un giornalista con il rischio, in caso fosse scoperto, di finire sotto processo per un reato che prevede una pena fino a nove anni di prigione?
La risposta è arrivata direttamente dai giornalisti che hanno fatto lo scoop. Domenica scorsa Il Domani ha aperto con un articolo dal titolo “Intimidire giornalisti e investigatori, tutti i rischi del caso Crosetto”. Lo stop al dossieraggio di Striano è stato fatto passare per intimidazione della libera stampa ed un freno al giornalismo d’inchiesta.
Nessuna parola invece sul fatto che il finanziere, la fonte ormai bruciata, abbia commesso dei reati gravissimi divulgano atti coperti dal segreto istruttorio con il solo scopo di screditare un avversario di Carlo De Benedetti. L’inchiesta di Perugia, purtroppo caratterizzata l’altro giorno da una fuga di notizie, rischia di lasciare nell’ombra questa opaca filiera fra apparati dello Stato ‘deviati’ e giornalisti. Quanti Striano sono oggi in servizio nelle caserme italiane? A chi rispondono? E, soprattutto, come vengono ‘agganciati’ dai giornalisti che sono sempre gli stessi, noti per pubblicare atti riservati o veline dei Servizi? In altre parole, chi manovra questi personaggi che dietro la divisa fanno il doppio gioco?

8 Agosto 2023

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