Lo stragista morto suicida
Chi è il killer della strage di Örebro, Rickard Andersson: nessun precedente, i problemi mentali e i fucili da caccia

Si chiamava Rickard Andersson il killer stragista di Örebro, il 35enne che poco dopo le 12 di martedì 4 febbraio ha aperto il fuoco all’interno del Campus Risbergska, un centro educativo per persone adulte gestito dal Comune distante circa 200 chilometri dalla capitale svedese Stoccolma, uccidendo dieci persone prima di togliersi la vita.
Il nome e una foto del 35enne sono stati pubblicati dai media svedesi. Andersson in realtà non è il vero nome dell’autore della strage: qualche anno fa l’uomo si chiamava Jonas Simon, prima di cambiare le sue generalità.
Conferme sono arrivate anche dalla polizia svedese, che ha riferito come il 35enne non fosse “attenzionato” prima della sparatoria. “Stiamo continuando con un’indagine approfondita per capire le circostanze” e “stiamo cercando di capire se altre persone siano state coinvolte”, hanno aggiunto le forze dell’ordine, riprese dal quotidiano “Expressen”.
Sembra poi emergere con maggiore chiarezza anche qualche dettaglio sull’eccidio nella scuola: Andersson ha utilizzato tre fucili da caccia per colpire le sue vittime, armi che l’uomo deteneva con regolare licenza.
Andersson viveva isolato e soffriva di problemi mentali: secondo le informazioni raccolte dal quotidiano svedese “Aftonbladet”, venne rifiutato dal servizio militare, eppure era riuscito ad ottenere una licenza per quattro fucili da caccia.
Nel “day after” della “peggiore sparatoria di massa nella storia della Svezia”, come l’ha definita martedì il primo ministro svedese Ulf Kristersson, i reali e il premier hanno visitato il luogo della strage a Örebro. Il re Carlo XVI Gustavo, la regina Silvia e il primo ministro Kristersson hanno deposto fiori in un memoriale vicino all’Università popolare. “È difficile comprendere la portata di ciò che è accaduto oggi”, aveva commentato il primo ministro Ulf Kristersson in una conferenza stampa ieri sera. “È accaduta un’atrocità, siamo venuti qui per dimostrare la nostra partecipazione”, ha detto oggi i re, “pensiamo ai defunti. Tutta la Svezia è in lutto oggi”.