L'ex ministro e l'Africa

Minniti sul caso Almasri: “Lo Voi? Inchiesta non sempre automatica, lo Stato non è una Ong”

Al Viminale con Gentiloni, ai tempi degli accordi con guardacoste e capitribù per fermare i migranti. "La Libia è strategica, giusto fare accordi". Approva il Piano Mattei, boccia l'intesa con l'Albania

Giustizia - di Redazione Web

4 Febbraio 2025 alle 10:57

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Marco Minniti durante Atreju 2024, festa di Fratelli d’Italia al Circo Massimo, Roma, Sabato, 14 Dicembre 2024 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Marco Minniti during Atreju 2024, event organized by the Fratelli d’Italia party at the Circo Massimo, Rome, Saturday, December 14, 2024 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)
Marco Minniti durante Atreju 2024, festa di Fratelli d’Italia al Circo Massimo, Roma, Sabato, 14 Dicembre 2024 (Foto Roberto Monaldo / LaPresse) Marco Minniti during Atreju 2024, event organized by the Fratelli d’Italia party at the Circo Massimo, Rome, Saturday, December 14, 2024 (Photo by Roberto Monaldo / LaPresse)

Per Marco Minniti “la Libia è strategica” e “noi dobbiamo abituarci alla ‘guerra del bene contro il bene’, come dicono gli inglesi. L’unipolarismo occidentale è finito e non è alle viste un multipolarismo virtuoso. La sicurezza nazionale è cruciale. Lo Stato deve garantire questo, non è una ong”. L’ex ministro dell’Interno, quello degli accordi con la Libia nel governo a guida dem, con Paolo Gentiloni premier, ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera. Ha approvato in parte la linea del governo Meloni, ha puntualizzato la sua posizione sull’operato del procuratore Lo Voi.

Ex Pci, Pds e Ds, 68 anni, deputato e senatore per cinque legislature, sottosegretario alla Difesa, sottosegretario alla Presidenze del Consiglio, dal 2016 al 2018 ministro dell’Interno del governo del premier Paolo Gentiloni. Fu lui a trovare accordi con guardacoste e capitribù della Libia quando era al Viminale. Ormai fuori dalla politica, è presidente della fondazione Med-Or dal 2021.

Minniti ha citato l’importanza della Libia principalmente per tre fattori: i traffici di esseri umani, la possibilità energetiche, la minaccia terroristica.  “Avrei utilizzato – ha spiegato sul caso Almasri – sin dall’inizio il tema della sicurezza nazionale: è netto. Ne imparai il senso del 1998, vedendo che i tedeschi non ci chiesero l’estradizione dell’arrestato Ocalan, capo del Pkk curdo, benché avessero emesso per lui un mandato di cattura per terrorismo: c’erano in Germania le comunità turca e curda più importanti d’Europa, un processo avrebbe devastato la tenuta sociale”.

Eppure proprio la sicurezza nazionale è stato il tema utilizzato dal governo per difendersi nel caso Almasri: lo stesso esecutivo guidato dalla premier che aveva promesso di inseguire gli scafisti per tutto il “globo terracqueo”. A Minniti piace anche il Piano Mattei mentre “non funziona” l’idea dei Paesi terzi come negli accordi con l’Albania. Significativo, infine, il passaggio sul procuratore Francesco Lo Voi, che ha aperto l’inchiesta dopo la denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti.

Per l’ex ministro “davanti a un esposto non sia automatica l’apertura di un’indagine, si valuta la congruità. La valutazione della Procura è legittima, certo. Tuttavia, essenziale è il momento. Se un esposto sottolinea criticità nell’azione del governo ed è prevista per il giorno dopo l’audizione dei ministri della Giustizia e dell’Interno, forse è doveroso aspettare le due audizioni, anche per valutare meglio la fondatezza dell’esposto”.

4 Febbraio 2025

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