Operazione fallimentare

Migranti in Albania, la grande ritirata italiana: flop Meloni, il governo richiama il personale

News - di Redazione

23 Novembre 2024 alle 15:19

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Migranti in Albania, la grande ritirata italiana: flop Meloni, il governo richiama il personale

È la rappresentazione più evidente del fallimento del Patto Italia-Albania per deportare nel Paese dall’altro lato dell’Adriatico i migranti: questo fine settimana è previsto il rientro nel nostro Paese di larga parte del personale che in teoria doveva gestire i centri per richiedenti asilo costruiti su impulso del governo Meloni in Albania.

Centri che, come noto, sono vuoti: effetto delle decisioni di diversi tribunali italiani, da Roma a Palermo, fino a Catania e Bologna, di non convalidare i trattenimenti dei migranti al loro interno. Decisioni basate su una sentenza dello scorso ottobre della Corte di Giustizia Europea che restringe la possibilità di definire un Paese “sicuro”.

Migranti che, trasportati a bordo della nave Libra della Marina militare, sono stati rilasciati e riportati in Italia, ovviamente a carico del contribuente italiano.

Il risultato è stato che le strutture costruite dal governo Meloni nelle città di Shengjin, che affaccia sull’Adriatico, e Gjader, nell’entroterra albanese, sono sempre stati vuoti: si tratta in particolare di un hotspot, un centro di prima accoglienza e un Cpr, un Centro di permanenza e rimpatrio. I costi di costruzione e gestione, così come quelli delle procedure per esaminare le richieste d’asilo, sono interamente a carico del governo italiano.

Così da Roma è stato deciso di far rientrare in Italia il personale di Medihospes, la cooperativa a cui era stata affidata la gestione dei centri. A lasciare l’Albania sarà il personale che avrebbe dovuto occuparsi a vario titolo dei migranti: nel “Paese dell’aquila” resteranno solamente sette membri della coop: il direttore e un piccolo numero di dipendenti con ruoli amministrativi. In Albania resteranno poi alcuni agenti di polizia italiani: già dieci giorni fa una cinquantina (sui 220 iniziali) aveva fatto ritorno in Italia dopo la sentenza dei tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento di sette migranti.

Secondo Francesca Romana D’Antuono, presidente di Volt Europa che venerdì aveva visitato uno dei due centri d Gjader, ha raccontata a Repubblica che all’interno c’erano 12 agenti di polizia e che il 75% del personale dei tre centri era già andato via.

di: Redazione - 23 Novembre 2024

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