L'orrore
Naufragio nel Mediterraneo, barchino affonda al largo di Malta: mamma perde tre figli, uno morto tra le mani del medico

Una “ordinaria” storia di dolore e morte dal Mediterraneo, dove si continua a fare i conti con le stragi di migranti che tentano viaggi di fortuna verso l’Europa.
È di due bambini morti e un terzo disperso il bilancio dell’ultimo naufragio avvenuto nella giornata di domenica nell’area Sar di Malta, a 53 miglia sud-sudovest dall’isola delle Pelagie, dove i sopravvissuti sono stati trasferiti dalla Guardia costiera per poi essere condotti nell’hotspot.
Le vittime, di due e tre anni, così come un terzo bambino di 5 anni disperso, sono tutti figli della stessa donna, sopravvissuta al naufragio del barchino che li stava conducendo verso l’Europa. A raccontare lo strazio vissuto dalla madre è Arturo Centore, comandante della nave di soccorso ong Sea Punks, che ha compiuto il salvataggio e che ne ha parlato a Radio Radicale: “Un bambino è morto tra le mani del medico durante il massaggio cardiaco, uno è stato rinvenuto deceduto e un altro è finito disperso in mare. Contrariamente al passato, Malta stavolta ha risposto al nostro may-day relay, inviando un elicottero Afm AW139 per tirar su con il verricello due naufraghi: trasferiti a La Valletta via Medevac una donna in stato di gravidanza e un naufrago con difficoltà respiratorie e schiuma alla bocca che aveva ingerito molta acqua. Successivamente, la vedetta Sar CP322 della Guardia costiera ha raggiunto la nave Ong Sea Punks, a 53 miglia a sud Lampedusa, per il trasbordo dei 15 naufraghi superstiti rimasti a bordo della nave Ong”, sono state le sue parole.
L’imbarcazione era stata avvistata domenica mattina in acque internazionali dell’area Sar maltese a 53 miglia nautiche a sud-sudovest di Lampedusa: il barchino di fortuna utilizzato dai migranti sarebbe partito da Zuara, in Libia. Dei 15 sopravvissuti 14 erano provenienti dal Camerun, uno dalla Nigeria: durante il viaggio verso l’isola la Guardia costiera ha poi recuperato altri 38 nordafricani soccorsi in area Sar maltese da tre motopesca.
L’ennesimo naufragio costato la vita a tre bambini spinge la Ong Save The Children ad accendere nuovamente i riflettori sul dramma quotidiano di cui è protagonista il Mediterraneo dove, da gennaio 2025 a gennaio 2025, sono stati 120 i minori morti o dispersi su un totale di 2400 vittime.
“La macabra lotteria rappresentata dalla traversata di una delle rotte più letali al mondo, che dal 2014 ha causato oltre 31.200 morti o dispersi, ha riscosso, ancora una volta, il suo tributo in termini di vite umane – scrive l’organizzazione – Nel 2024 e anche nelle prime settimane di quest’anno, in cui sono arrivate 3.074 persone rispetto alle 1.305 dello stesso periodo del 2024, Lampedusa si conferma il principale luogo di arrivo via mare in Italia di minori stranieri non accompagnati, bambini e bambine accompagnati, donne sole e donne in stato di gravidanza. Tutti individui portatori di vulnerabilità ed esigenze specifiche complesse”.
Per questo, l’organizzazione chiede “l’apertura di canali regolari e sicuri per raggiungere l’Europa che garantiscano il rispetto dei diritti umani, e un’assunzione di responsabilità condivisa dell’Italia, degli altri Stati membri dell’Unione Europea e delle istituzioni europee affinché attivino un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in pericolo, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea”.