Il nuovo chatbot
Cos’è DeepSeek, la sconosciuta Intelligenza Artificiale cinese che fa tremare i colossi Usa: ha già superato ChatGPT

Rilasciata il 10 gennaio scorso, in tre settimane è diventata di colpo l’app più scaricata nello store digitale di Apple negli Stati Uniti, ma soprattutto ha scavalcato il suo competitor made in Usa, ChatGPT.
È il caso di DeepSeek, l’assistente AI prodotto da una startup cinese che va a piazzarsi nel ricchissimo mercato delle Intelligenze Artificiale, ad oggi già affollato ma dominato dalle realtà americane come OpenAI, “casa madre” di ChatGPT, ma che vede schiarato anche Elon Musk col suo Grok.
Cos’è DeepSeek
Di DeepSeek, startup fondata da appena un paio di anni, si sa attualmente molto poco. È nata nel 2023 su iniziativa dell’imprenditore Liang Wenfeng ma ha “origine” da High-Flyer, un hedge fund quantitativo con sede a Hangzhou, noto per le sue strategie di trading basate sull’IA, che si è rapidamente imposto come il primo nel settore a raccogliere oltre 100 miliardi di RMB (circa 15 miliardi di dollari, ndr).
A Washington c’è forte preoccupazione per i risvolti politici di una tale diffusione del chatbot cinese: il rischio è di un caso TikTok bis, col social accusato non solo di censura in patria, ma di “girare” i dati degli utenti statunitensi al governo di Pechino.
Sul tema della censura il controllo del regime su DeepSeek appare abbastanza evidente. Basta infatti chiedere al chatbot di temi “sensibili” a Pechino come le Piazza Tiananmen del 1989 o i movimenti a favore della democrazia a Hong Kong, che DeepSeek evita di rispondere o fornisce le tesi ufficiali del governo cinese, riportando così la linea del Partito Comunista Cinese.
Il confronto con ChatGPT
Al di là delle questioni politiche e di sicurezza, dal punto di vista tecnologico DeepSeek ha sviluppato un modello altamente competitivo e capace di superare Llama 3.1 di Meta, GPT-4o di OpenAI e Claude Sonnet 3.5 di Anthropic sotto molteplici aspetti.
Un successo che ha comportato ripercussioni negative immediate per i concorrenti americani: sia Alphabet, la holding che controlla Google, che Nvidia, il più importante produttore di chipset per l’IA, sono drasticamente in calo sui mercati azionari.