La rubrica Sottosopra
UE masochista con l’Ucraina, Trump che vuole annettere Canada, Panama e Groenlandia: oggi domina l’irrazionalità
Stati Uniti, Trump, Musk, distribuzione della ricchezza internazionale, annessione della Groenlandia: dov’è un briciolo di razionalità?
Esteri - di Mario Capanna

L’uomo è un animale razionale che perde il controllo non appena è chiamato a comportarsi secondo i dettami della ragione.
(O. Wilde)
Uno degli aspetti meno decifrabili della contemporaneità, e per certe ragioni largamente preoccupante, è la difficoltà-non volontà con cui i “reggitori” della cosa pubblica si rapportano a quella che Machiavelli chiamava la “realtà effettuale” delle cose. A volte questo atteggiamento provoca effetti persino autolesionistici.
Prendiamo il caso della Germania. È la nazione che, dopo gli Stati Uniti, più aiuta Kiev nelle guerra Russia-Ucraina-Usa- Nato. È ormai assodato che furono gli ucraini a sabotare, nel settembre 2022, il gasdotto Nord Stream che riforniva di gas russo a buon mercato Berlino e altre parti dell’Occidente. Da quel momento la Germania si è trovata a fronteggiare costi crescenti dell’energia, divenuti rapidamente un fattore rilevante della crisi economica e della recessione tedesca.
Viene da lì la crisi del governo federale, con le elezioni anticipate fissate a febbraio prossimo, ma non risulta che né la Spd né i Verdi si siano interrogati a fondo sugli errori della loro politica. Classica fuga, appunto, dalla “realtà effettuale” che, fra l’altro, provocherà non solo la loro sconfitta nelle urne, ma anche l’avanzata di Afd, l’estrema destra nazisteggiante che tutti i sondaggi danno come secondo partito nazionale. Dei mentecatti non avrebbero potuto provocare un risultato peggiore.
Rifiutandosi di firmare il rinnovo dell’accordo con la Russia, Zelensky dal primo gennaio ha chiuso l’ultimo gasdotto che riforniva l’Occidente da parte di Mosca.
E l’Europa che fa? Anziché assumere un ruolo forte di mediazione per il cessate il fuoco e l’inizio di trattative di 2 pace, continua masochisticamente a infarcire di armi l’Ucraina, nell’illusione di una sua vittoria bellica. Paradossi di insipienza.
Che dire di Donald Trump? Della sua idea, fantasmagorica, di annettere il Canada agli Stati Uniti, di usare anche la forza per riottenere il Canale di Panama e acquistare-conquistare la Groenlandia (ricca di terre rare strategiche)? Sarebbe sbagliato derubricare queste sue pulsioni belliciste a sparate inoffensive e in pratica irrealizzabili. Esprimono non solo l’incontenibile innamoramento di se stesso – un narcisismo decisamente ipertrofico – ma anche la presunzione che al presidente degli Stati Uniti è permesso tutto, negandosi l’evidenza del mondo che si muove, pur fra contraddizioni, verso il multilateralismo e il policentrismo. Trump gode a… “trumpare”, inducendo i governi a misurarsi con le sue esternazioni, vedi le reazioni indignate delle cancellerie europee a proposito della Groenlandia. È altamente probabile che dopo il giuramento del 20 gennaio riprenderà ad ammannirci i suoi tweet, emessi di preferenza in ore antelucane, in modo tale da fare impallidire l’esempio di Cossiga negli ultimi anni del suo settennato.
Se il tutto non fosse tragico, a prevalere sarebbe il lato umoristico. Se Trump, per prendersi la Groenlandia, attaccasse militarmente la Danimarca, tutti i Paesi della Nato, in base all’art. 5 del Trattato, dovrebbero reagire con le armi contro il Paese aggressore… gli Stati Uniti… Ci sarebbe da scrivere un romanzo in merito. Anche perché è lecito un dubbio: chi è l’effettivo presidente degli Usa, Donald Trump o Elon Musk? La globalizzazione avrebbe dovuto essere la cornucopia capace di inondare tutti di beni, così diceva la propaganda dominante. Ha prodotto invece, si tocca oggi con mano, la società dell’1 per cento, con una esigua minoranza di superricchi che sono arrivati a possedere ricchezze e beni 3 superiori a quelli del 99 per cento dell’umanità. Mai, nella storia, si era visto un tale accaparramento oligopolistico di risorse.
In queste condizioni, con masse di diseredati e impoveriti nel mondo, vorremmo che i migranti non venissero a disturbare la nostra (relativa) opulenza. Della serie: la sovralimentazione, fino all’obesità, in Occidente; la fame, la povertà, la guerra altrove. Senza la benché minima idea di un riequilibrio e di una redistribuzione.
Miopia assolutamente irrazionale, quella di pensare di andare avanti così. Oltretutto: con i mutamenti climatici – rispetto ai quali i governi fanno poco o nulla – ormai sempre più proiettati, se non vi poniamo urgente riparo, a pregiudicare il futuro della specie umana.
L’irrazionalità dominante dei cavalieri della contemporaneità è volta a illuderci che a contare massimamente è la supremazia del presente, in questo modo togliendo consistenza al futuro, come immaginazione, libertà e conquista di vita. Subordinando tutto al profitto, l’irrazionalità contemporanea, oggi prevalente, non è più nemmeno capace di immaginare una società basata sull’onesto guadagno, il contrario dello sfruttamento delle persone e della natura. Per contrastare questa insipienza deleteria, è essenziale ricostruire lo spirito critico. Dentro di noi. Fra noi. E intorno a noi