A Napoli
Chi è Enrico Capozzi, il 36enne ucciso ieri a Ponticelli: killer in fuga dopo l’agguato
Dopo i fatti e il decesso della vittima, amici e parenti si sono diretti presso il nosocomio dove il giovane era stato trasportato in fin di vita. La nota dell'Asl Napoli 1 Centro: "Nessun assalto e nessuna devastazione dell'Ospedale del Mare grazie all'intervento delle forze dell'ordine"
Cronaca - di Andrea Aversa
Il killer è arrivato ieri sera a bordo di uno scooter, erano le 20.30 in via Aldo Merola, quartiere Ponticelli, area Est di Napoli. Il sicario ha estratto l’arma e una volta individuato l’obiettivo, ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco. I proiettili hanno ferito e reso in fin di vita Enrico Capozzi, 36enne ritenuto legato alla famiglia Sarno, sodalizio criminale e clan camorrista che un tempo ‘governava’ la zona (poi, smantellato da arresti, operazioni delle forze dell’ordine e inchieste dell’autorità giudiziaria, i suoi vertici hanno deciso di pentirsi). La vittima è deceduta poco dopo presso il vicino Ospedale del Mare. Presso il nosocomio sono poi giunti amici e parenti del giovane. Sulla vicenda sta indagando la Squadra Mobile di Napoli.
Chi è Enrico Capozzi morto a causa di un agguato avvenuto a Ponticelli
Questa la nota dell’Asl Napoli 1 Centro che ha smentito l’assedio e la devastazione che parenti e amici della vittima avrebbero causato al nosocomio: “Grazie alla professionalità e alla presenza delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine la situazione – ha precisato il direttore generale dell’azienda sanitaria Ciro Verdoliva – è sempre stata sotto controllo. Così come è bene denunciare e stigmatizzare ogni atto di violenza è necessario anche riconoscere il valore del lavoro svolto per contrastare le aggressioni. I fatti devono essere rappresentati per quelli che sono, soprattutto in un contesto che vede forti tensioni sociali e difficoltà. Il copione sarebbe potuto essere quello di sempre.
Il comunicato dell’Asl Napoli 1 Centro
Sia nell’area della ‘camera calda’ che nell’area di attesa del pronto soccorso si sono presentate, a distanza di pochi minuti dall’accesso del paziente, alcune decine di persone, parenti e conoscenti del paziente, che hanno iniziato ad esternare la loro rabbia ed il loro dolore con urla, svenimenti, tentando finanche di accedere all’interno dell’area attiva di emergenza. Ma proprio grazie al lavoro delle forze dell’ordine non vi è stata nessuna aggressione, né verbale né fisica, agli operatori sanitari e non si rilevano danni a beni mobili o immobili. Da qui la forte e sentita gratitudine espressa dalla direzione generale al questore di Napoli per il servizio, per il sacrificio e per la professionalità con cui è stata gestita la situazione. Un lavoro difficile – ha concluso Verdoliva – svolto con un senso del dovere che merita la riconoscenza di tute le donne e di tutti gli uomini che nell’Azienda, che ho l’onore e l’onere di dirigere, tutti i giorni sono impegnati nell’essere una Squadra al lavoro per garantire salute“.