Fine dell'incubo
Cecilia Sala libera, la giornalista arrestata in Iran il 19 dicembre è rientrata in Italia: “Ciao, sono tornata”
Cecilia Sala è libera dopo 20 giorni di prigionia in Iran ed è rientrata in Italia. L’annuncio arriva in una nota di Palazzo Chigi.
“È decollato pochi minuti fa, da Teheran, l’aereo che riporta a casa la giornalista Cecilia. Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi. Il presidente ha informato personalmente i genitori della giornalista nel corso di una telefonata avvenuta pochi minuti fa”, si legge nel comunicato.
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A sorpresa sabato 4 gennaio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni era stata in visita a Mar-a-Lago, la residenza in Florida del presidente eletto degli Stati Uniti d’America Donald Trump: sul tavolo, secondo diversi osservatori, c’era stato anche il caso Sala, che nonostante le smentite di rito è collegato alla detenzione in Italia del cittadino svizzero-iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, di cui gli Stati Uniti avevano chiesto l’arresto e l’estradizione.
Il rientro in Italia di Cecilia Sala
Sala è sbarcata in Italia alle 16:10 a bordo di un Falcon 900 dei servizi segreti all’aeroporto romano di Ciampino, accolta dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, oltre ai genitori Renato Sala ed Elisabetta Vernoni e al compagno Daniele Raineri. La prima immagine di Sala, sorridente mentre saluta la premier Meloni, viene pubblicata dai profili social de Il Post, il giornale online dove lavora proprio il compagno della giornalista, subito dopo l’atterraggio a Ciampino della 29enne.
“Ciao, sono tornata“, sono state invece le prime parole di Cecilia Sala in Italia, inviate tramite un messaggio vocale ai colleghi di Chora Media. La frase è
diventata anche il titolo della puntata di oggi del podcast Stories, che racconta la giornata del rilascio della giornalista, anche tramite una breve intervista alla madre. “Adesso devi solo stare serena, non dire niente. Sono qui per ringraziarti e per dirti che sei stata forte”, sono state invece con cui Giorgia Meloni ha accolto la giornalista al suo arrivo a Ciampino.
Sala verrà quindi ascoltata nel pomeriggio dai carabinieri del Ros nella caserma di via Salaria, a Roma, con l’incartamento che verrà trasmesso come da prassi all’autorità giudiziaria: dopo l’audizione la giornalista potrà finalmente tornare a casa. Nei prossimi giorni però la 29enne verrà nuovamente ascoltata da magistrati e carabinieri per ricostruire le sue ultime settimane in Iran.
L’arresto di Cecilia Sala in Iran
Romana, 29 anni, Cecilia Sala da anni si occupa di esteri, in prima linea soprattutto nelle aree di crisi: è stata più volte in Ucraina come inviata, ma ha seguito sul campo la crisi in Venezuela, le proteste in Cile e la caduta della capitale dell’Afghanistan Kabul nelle mani dei talebani ad agosto del 2021, oltre al conflitto in Medio Oriente scoppiato il 7 ottobre 2023.
Sala, collaboratrice de Il Foglio e autrice del noto podcast ‘Stories’ di Chora Media, dal 19 dicembre scorso era in stato di arresto nelle mani del regime iraniano, reclusa in isolamento nel carcere di Evin, noto per essere la prigione dei dissidenti. Sala era stata arrestata intorno alle 12:30 nell’albergo in cui alloggiava a Teheran.
La notizia era emersa solo venerdì 27 dicembre dopo una nota ufficiale della Farnesina a seguito di una prima visita in carcere dell’ambasciatrice italiana in Iran Paola Amadei. Nel Paese dell’Ayatollah Khamenei era arrivata il 12 dicembre scorso con regolare visto giornalistico.
Qualche giorno prima dell’arresto, il 16 dicembre, Sala aveva pubblicato un podcast dal titolo “Una conversazione sul patriarcato a Teheran”, in cui racconta della sua conversazione con una 21enne iraniana, Diba, e della nuova legge sull’hijab. Un secondo podcast dall’Iran la giornalista lo aveva pubblicato poi il 18 dicembre, tal titolo “Lei fa così ridere che le hanno tolto Instagram. Teheran comedy”, in cui raccontava della stand up comedian Zeinab Musavi, arrestata dal regime. Sala aveva parlato anche con Hossein Kanaani, uno dei fondatori delle Guardie rivoluzionarie che per quasi mezzo secolo aveva contribuito a creare l’estesa rete di milizie filo-iraniane operanti in mezzo Medio Oriente.
L’arresto era stato motivato da Teheran con la generica accusa di aver “violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran”.
Il legame con “l’uomo dei droni” iraniano
Al di là delle motivazioni ufficiali, di fatto l’arresto di Cecilia Sala era legato a quello avvenuto il 16 dicembre all’aeroporto milanese di Malpensa di Mohammad Abedini Najafabadi, su richiesta degli Stati Uniti.
Attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera, secondo le autorità di Washington, che ne chiedono l’estradizione, sarebbe legato al regime dell’Ayatollah Khamenei. Negli Stati Uniti Mohammad Abedini Najafabadi è accusato di associazione per delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e sostegno ad organizzazione terroristica.
Secondo gli inquirenti americani il tecnico-informatico 38enne, cittadino svizzero-iraniano, avrebbe creato una società schermo attraverso la quale acquistare componenti tecnologiche per la costruzione dei droni utilizzati dai pasdaran iraniani, compresi quelli costati la vita a tre soldati americani nell’attacco del 28 gennaio 2024 in Giordania.
Abedini verso la scarcerazione?
Secondo l’Ansa, che lo apprende da fonti informate, il ministro della Giustizia Carlo Nordio è a Palazzo Chigi per valutare l’eventuale rilascio di Mohammaed Abedini Najafabadi. Ricostruzione però smentita dallo stesso Nordio. “Questa è una cosa di cui in questo momento non sto proprio riflettendo. La mia mente è tutta occupata al fatto che vada avanti la riforma costituzionale per la quale mi batto da 30 anni”, ha detto il ministro della Giustizia lasciando Palazzo Chigi dopo un vertice sulla separazione delle carriere dei magistrati, rispondendo a chi gli domandava se ci sarà un intervento del suo ministero sul caso di Abedini prima della decisione della Corte d’Appello di Milano sulla richiesta di domiciliari presentata dal legale dell’ingegnere iraniano.
“Noi – ha spiegato – abbiamo un trattato di estradizione con gli Stati Uniti che viene valutato secondo i parametri giuridici, ma attualmente la mia principale preoccupazione è quella della legge costituzionale sulla separazione delle carriere, questo è stato l’incontro”.
I Guardiani della Rivoluzione, ai quali Abedini avrebbe fornito secondo le autorità americane “componenti elettroniche per la fornitura di armi letali” sono considerati organizzazione terrorista negli Usa ma non in Italia. In base al principio della “doppia incriminazione”, per cui l’illecito di cui è accusato l’estradando deve essere tale sia nel Paese che chiede l’estradizione che in quello che deve concederla, ci sarebbe per Nordio un margine legale per negare l’estradizione.
Le reazioni
Renato Sala, padre della giornalista, si è detto “orgoglioso di lei” dopo l’annuncio della liberazione della giornalista. “Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Se mi sente la voce rotta, non vedevo l’orizzonte. È stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia”. E ancora: “Le dirò che che sono orgoglioso di lei e della capacità e la compostezza che ha avuto in questa vicenda. Nei suoi giorni di prigionia l’ho sentita tre volte. In questo periodo ho avuto l’impressione di una partita a scacchi, ma i giocatori non erano soltanto due. A un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse”.
“L’ho sentita, mi ha detto ci vediamo tra poco – ha dichiarato invece Daniele Raineri, giornalista de Il Post e compagno di Cecilia Sala – Era emozionata e contentissima. Le ho risposto: ci vediamo a Roma”.