Da Teheran
Cecilia Sala, il caso oggetto di inchiesta in Iran: “Abedini ostaggio dell’Italia, non c’entra con arresto giornalista”
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano: "Accuse ad Abedini infondate, cittadini perseguitati ed estradati su richiesta degli USA. Ci opponiamo, non lasciare che relazioni bilaterali siano influenzate da terzi"
Esteri - di Redazione Web
Dall’Iran smentiscono che il caso di Cecilia Sala c’entri qualcosa con quello di Abedini. “Non esiste alcun collegamento”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esail Baghaei secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Irna. “Un certo numero di cittadini iraniani sono perseguiti ed estradati in alcuni paesi su richiesta degli Stati Uniti, e noi ci opponiamo a questa mossa – ha affermato – Sappiamo che è una specie di presa di ostaggi. L’accusa mossa a questi cittadini è di aggirare le sanzioni unilaterali americane. Un’accusa infondata. La nostra richiesta ai paesi è di non lasciare che le loro relazioni bilaterali con l’Iran siano influenzate dalle richieste illegali di terzi”.
È l’ultimo aggiornamento sul caso di Cecilia Sala dall’Iran. Il portavoce del ministero degli Esteri, citato dall’agenzia di stampa Tasnim, ha aggiunto che il caso della giornalista italiana detenuta in isolamento nel carcere di Evin è oggetto di inchiesta. La 29enne giornalista de Il Foglio e Chora Media è stata arrestata per “violazione delle leggi della Repubblica Islamica, come afferma il comunicato del dipartimento dei media stranieri del ministero della Cultura e dell’Orientamento Islamico”. Per il portavoce “la comunicazione degli ultimi sviluppi e i dettagli riguardo al caso spetta al portavoce della magistratura”.
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Il caso Cecilia Sala
Teheran aveva confermato l’arresto soltanto lo scorso 30 dicembre, in una nota in cui non si spiegavano le accuse e le ragioni della detenzione. “La cittadina italiana – si legge nella nota – è arrivata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran. Il suo caso è sotto inchiesta. L’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l’accesso consolare e il contatto telefonico con la famiglia”.
Sala, detenuta in isolamento in una cella del carcere considerato dei dissidenti e oppositori di Evin della teocrazia di Teheran, è stato concesso avere contatti con i familiari e con il compagno Daniele Raineri, anche lui giornalista di esteri e inviato di guerra. Fermata il 19 dicembre, sarebbe dovuta ripartire il giorno dopo. La console italiana che l’ha incontrata ha detto che si trova in buone condizioni. L’ipotesi più insistente emersa nei giorni scorsi era stato il collegamento del caso a quello dell’ingegnere Mohammad Abedini Najafabani, detto Abedini, detenuto al carcere di Opera dopo esser stato fermato a Milano su mandato degli Stati Uniti appena tre giorni prima.
Per Washington, che ne reclama l’estradizione, Abedini sarebbe coinvolto nel traffico di tecnologia per la costruzione di droni militari. Il mandato di arresto internazionale nei suoi confronti per associazione per delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e supporto ai Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione iraniane, era stato emesso tre giorni prima del fermo in Italia da un tribunale federale del Massachusetts. La famiglia di Sala ha chiesto ai media italiani il silenzio stampa per favorire le trattative diplomatiche.
Il viaggio di Meloni in visita a Trump
A sorpresa, sabato, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni era stata in visita a Mar-a-Lago, la residenza in Florida del presidente eletto degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Non è chiaro di cosa abbiano parlato i due, secondo alcuni osservatori al centro del vertice c’è stato anche il caso della giornalista detenuta a Teheran. Della vicenda ha scritto oggi anche il Financial Times in un editoriale: “La sfida diplomatica più dura” da quando Meloni “ha assunto l’incarico” segnato dalle “proteste politiche interne per l’arresto in Iran della giornalista italiana”.
Il partito della premier Fratelli d’Italia, in vista dell’entrata in carica del tycoon alla Casa Bianca, spera che “l’affinità ideologica tra i due leader” aiuterà Meloni “a emergere come uno degli interlocutori europei chiave di Trump” sottolinea il Ft, ricordando “l’entusiasmo” espresso dal presidente eletto Usa per la premier che “ha incontrato anche il mese scorso a Parigi durante la riapertura della cattedrale di Notre-Dame”. La premier è considerata esponente di una delle tre correnti della cosiddetta “nuova destra” europea su cui inciderà il posizionamento politico di Trump.