Il dramma

Carcere di Paola, due suicidi in poche ore: anche nel 2025 riprende la scia di morti

Giustizia - di Redazione

8 Gennaio 2025 alle 17:18

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Carcere di Paola, due suicidi in poche ore: anche nel 2025 riprende la scia di morti

Due decessi, due suicidi, in sole 24 ore. È quanto accaduto nel carcere calabrese di Paola, numeri e storie che ripropongono, già all’inizio di questo 2025, il tema delle condizioni dei detenuti e degli operatori che lavorano nelle carceri italiane.

A denunciare le due vicende è stato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria: il primo suicidio è avvenuto nella tarda serata di martedì 7 gennaio, vittima un detenuto di circa 40 anni, il secondo mercoledì mattina, un impiegato delle funzioni centrali di 48 anni. Entrambi si sono impiccati, il detenuto nella sua cella e l’operatore nella palestra della struttura penitenziaria.

Con i due suicidi nel carcere in provincia di Cosenza “sono già 4 i ristretti più un operatore che si sono tolti la vita in questo scorcio appena iniziato del 2025“, denuncia De Fazio. “Una drammatica scia di morte che investe reclusi e lavoratori – aggiunge il sindacalista – e che non può continuare a vedere inerte la politica e il governo”.

“L’operatore che si è tolto la vita – spiega De Fazio – pare che avesse anche problemi personali e certo non è facile indagare le molteplici cause sicuramente concorrenti che inducono a un gesto così estremo, ma di certo fra quelle cause il carcere con i suoi drammi umani, la violenza ricorrente e le sue innumerevoli disfunzionalità favorisce in talune circostanze un processo di disumanizzazione e, forse, persino di assuefazione tanto da rischiare di allentare nell’individuo l’esatta portata e drammaticità di alcune azioni. I detenuti, 16mila oltre i posti disponibili, sono palesemente sottoposti a una carcerazione non dignitosa e neppure minimamente rispondente alla finalità della pena inframuraria dettata dalla Carta costituzionale; dall’altro lato dei cancelli, gli operatori, sia del Corpo di polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità, sia delle altre figure professionali sono sottoposti a carichi di lavoro e turnazioni insostenibili con sacrificio personale e familiare che viene vanificato dalla pressoché totale inefficienza e inefficacia del sistema sotto ogni profilo. Urgono interventi decisi e concreti dell’Esecutivo e del Parlamento. Va deflazionata la densità detentiva, necessita potenziare tangibilmente gli organici del personale, va assicurata l’assistenza sanitaria e devono essere avviate riforme complessive per riorganizzare l’intero apparato d’esecuzione penale”.

di: Redazione - 8 Gennaio 2025

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