Il famigerato accordo

Meloni svende l’Italia a Elon Musk, l’accordo segreto tra patriota e magnate: una minaccia ai beni pubblici fondamentali

È andata di soppiatto in America per cedere a Space X il controllo sulla nostra rete. Cosa dicono Tajani e Mattarella?

Politica - di Michele Prospero

7 Gennaio 2025 alle 07:00

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Imagoeconomica via Governo
Imagoeconomica via Governo

Anche per la Farnesina è rimasto segreto il volo della premier dal Torrino al West. La “bella serata” è stata per Meloni una fuga verso il futuro, ma anche una caduta nel passato. Il volto dell’odierno autoritarismo arrembante, infatti, non si decifra con lo specchietto retrovisore, che scorge camicie nere in marcia verso Roma e dintorni. Il terzo millennio non prevede l’acclamazione del leader da parte della folla, fisicamente radunata nella piazza, che solleva le braccia tese per il saluto romano. L’obiettivo delle “nuove” destre è ovunque lo stesso, stracciare le libertà dei moderni e garantire i profitti, ma le strategie per raggiungerlo sono differenti rispetto ai riti novecenteschi.

Grazie a un investimento da 16 miliardi di dollari, il duo Trump-Musk ha facilmente riconquistato la Casa Bianca. Ora ai nuovi capi serve la manovalanza per imporre anche sulla terra i segni del comando di un impero che nasce nell’aria, con 6mila satelliti già piazzati in orbita. Alzando stavolta verso il cielo i limiti mobili del mito arcaico della frontiera, la “decima Musk” ha colonizzato l’etere facendo valere il vetusto, e un po’ violento, diritto del primo occupante. Per il magnate di “Starlink”, sua maestà il fatto compiuto regna nel temerario accaparramento del bene scarso, e quindi sempre più conteso, dello spazio.

Spargendo le sue balle spaziali (dette anche fake news), mister X, in attesa di atterrare su Marte, già pregusta di approfittare dei ludi cartacei che stancamente si ripetono nei seggi europei per mettere ai suoi piedi il Vecchio continente. Nel desiderio di vederlo colorato interamente di bruno, attraverso la sua propaganda sostiene apertamente la destra radicale, con la quale intende prendersi pure Berlino. Chissà, però, se la Corte costituzionale tedesca, dinanzi alla massiccia interferenza di una potenza pubblico-privata straniera che mira a manipolare le coscienze per indirizzarle nell’esercizio del voto, reagirà come quella della Romania che ha annullato le elezioni. Ma è evidente che la miliardocrazia governante a Washington va combattuta con una precisa azione politica che insorga contro la privatizzazione delle nuove tecnologie volta ad assicurare il controllo delle risorse cognitive.

Non occorre l’Ovra per vigilare e reprimere le opinioni, i satelliti SpaceX hanno accesso a tutte le cose sensibili e, nello sforzo di piegare le menti, dispongono di ben più sofisticati veicoli che risparmiano la fatica della tortura per una confessione da estorcere. Altro che venerabile genio visionario, Musk è una minaccia continua rivolta ai beni pubblici fondamentali.  La “patriota” Giorgia, la guardiana costiera che si vantava di inseguire il migrante per tutto il globo terracqueo, consegna al cittadino sudafricano naturalizzato a stelle e strisce le chiavi della sovranità (nazionale ed europea). Il corrente spirito del tempo vuole che lei parli con il presidente degli Stati Uniti in cerca di un selfie e intanto firmi un contratto lucroso, perché politica e affari sono ormai la stessa cosa.

Mentre l’ex cognato ministro sbriga i nodi della sovranità alimentare, e bada alla cottura del granchio blu, con il viaggio della speranza a Mar-a-Lago la sovranista à la carte scioglie i sacri confini e sigla un redivivo Patto d’acciaio svendendo la bassa provincia al centro dell’impero. Con il favore delle tenebre, la delicata custodia del sistema criptato di connettività globale viene data in appalto al potere incontrollabile del signore monopolista del capitalismo digitale. L’Italia, come ai tempi di Salò, diventa uno Stato satellite (garantisce Musk) alle dipendenze di una bizzarra diarchia che apprezza la presidente del Consiglio perché “ha davvero preso d’assalto l’Europa” – alla faccia di chi intravedeva in Giorgia “la nuova Merkel”.

La “donna fantastica”, che disprezza l’Aula sorda e grigia al punto da condire i suoi interventi con reiterate urla e smorfiette, adesso può accarezzare il sogno antico di chi aspira a ridurre i parlamenti a decorazioni inutili. Non minaccia prigioni, non studia colpi di mano, non si scompone per le strane dimissioni della responsabile dei servizi segreti. Il progetto illiberale di Colle Oppio si realizza agli ordini della corte dorata che ora sorveglia le reti telefoniche, i servizi internet privati e pubblici, le comunicazioni militari e satellitari, le infrastrutture strategiche.

È Musk, un privato che è padrone dell’universo, ad incassare l’assegno tricolore perché, in virtù dei ritrovati misteriosi delle nuove tecnologie del web, può finalmente sospendere le stanche procedure della democrazia. I fascisti di oggi non sono nostalgici, venerano un “visionario” per tornare al mondo di ieri.

7 Gennaio 2025

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